Finale ricca di suggestioni, quella che assegnerà la l’edizione 2011 della Copa Libertadores ( l’equivalente sudamericana della Champions League europea). Si affrontano, infatti, due autentici colossi del calcio latinoamericano, gli uruguaiani del Penarol di Montevideo e i brasiliani del Santos.
Le due squadre assommano ben sette trofei continentali ( cinque i successi conseguiti dal Penarol nel 1960, 1961, 1966, 1982 e 1987; due le affermazioni riportate dal Santos nel 1962 e 1963), con, a corollario, altre cinque successi in quella che, fino al 2004, era nota al pubblico di “calciofili” come la Coppa Intercontinentale ( dal 2005, nella versione allargata ai campioni delle altre Confederazioni continentali, ribattezzata Mondiale per club), rispettivamente tre vittorie per gli “aurinegros” ( 1961, 1966 e 1982) e due per il “peixe” ( 1962 e 1963, come ricorderanno con amarezza i tifosi del Milan). E’ andata in scena la gara d’andata, nella prestigiosa e storica cornice dell’Estadio “Centenario” di Montevideo ( edificato appositamente per ospitare la prima edizione dei Campionati mondiali di calcio, nel 1930). Circa 55mila spettatori in festa, vestiti quasi tutti con la maglia giallo nera dei padroni di casa, hanno accompagnato, trepidanti, l’ingresso in campo dei ventidue giocatori. La partita è terminata 0-0 e le emozioni offerte sono state relativamente poche, rispetto alla spasmodica attesa della vigilia. Partita nervosissima e con il gioco molto spezzettato dai numerosi falli e conseguenti fischi arbitrali e, quindi, il pareggio a reti inviolate, oltre che il risultato più giusto, è sembrato essere anche quello più logico, anche se in campo c’era una squadra, il Santos, nota per il gioco offensivo e spumeggiante ( nonché autentica macchina da gol nelle varie competizioni domestiche). Comincia subito forte la formazione di casa che già al 6’ sfiora la marcatura con Olivera, chiuso in due battute, prima dal portiere brasiliano Rafael e poi dal difensore Durval che allontana definitivamente il pericolo. Attorno al ventesimo, si vede, finalmente, la tanto celebrata stella brasiliana, Neymar che, prima serve il terzino Alex Sandro che impegna con una conclusione violentissima l’estremo uruguaiano, Sosa, e, poco dopo, fornisce un pallone con il contagiri per Bruno Rodrigo che, di testa, colpisce la traversa. Per rivedere un’azione degna di nota dei padroni di casa occorre attendere proprio la chiusura di frazione con Dario Rodriguez che, solo davanti al portiere, tenta di scavalcarlo con un pallonetto che, però, è leggermente fuori misura. Nella ripresa, le prime due occasioni sono degli ospiti, entrambe con protagonista sfortunato l’attaccante Zè Eduardo che, prima costringe ad un autentico miracolo il portiere Sosa ( ma, in realtà, è un vero gol mangiato: sarebbe stato sufficiente piazzare meglio il pallone), poi, di testa, sfiora il palo con il portiere fermo. A questo punto, esce prepotentemente il Penarol che, sospinto dal pubblico, tenta il tutto per tutto per chiudere in vantaggio almeno la gara d’andata. Il torto degli uruguaiani è quello di attaccare in modo disordinato, animati da tanto furore agonistico, ma con poca lucidità e ancor meno idee. Al 29’ è Olivera a sprecare una buona opportunità e, poi, ad una manciata di minuti allo scadere, il gol arriva. Lo sigla il subentrato Alonso ma viene ( giustamente) annullato per fuorigioco dall’arbitro, il paraguaiano Carlos Amarillo su corretta segnalazione del guardalinee, il connazionale Yegros. Il quale si prende, così, fischi, insulti ( e anche qualcos’altro) da un pubblico inferocito. Il tecnico dei padroni di casa, Diego Aguirre, ex giocatore dello stesso Penarol ed eroe della finale del 1987, in sala stampa, lancerà pesanti accuse all’arbitro. Il ritorno si giocherà nella notte italiana, tra mercoledì e giovedì della prossima settimana. Il Santos conta di recuperare l’altra stella della squadra, il lungodegente Paulo Henrique Ganso ( appetito da molti club europei, Milan e Inter in testa), oltre al difensore e capitano Edu Dracena, assente per squalifica. La particolarità regolamentare della Copa è, però, che, a differenza di quanto avviene nei turni precedenti e anche da noi nella Champions League, i gol segnati in trasferta, nel corso della doppia finale, non valgono doppio. Così, anche un eventuale pareggio con reti al Pacaembu di San Paolo ( “casa” del rivale Corinthians, ma con maggior capienza rispetto al piccolo impianto di Vila Belmiro dove abitualmente gioca il “peixe”) non deciderebbe nulla. Si andrebbe, in ogni caso, ai supplementari e, poi, in caso di ulteriore parità, ai rigori.
Daniele Puppo
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