La Camera approva il nuovo testo del ddl penale, con 314 sì, 129 no e 51 astenuti, questo giovedì all’esame del Senato. Contestato l’art.29, che contiene le nuove regole sulle intercettazioni.
L’iter della legge delega sulle intercettazioni era già iniziato al luglio, e costituiva il punto maggiormente contestato della riforma del codice penale. «È un bavaglio», contesta in Aula il M5S. Due i punti fondamentali: la «selezione di materiale intercettativo nel rispetto del contraddittorio delle parti, fatte salve le esigenze di indagine». Dovrà essere garantita la riservatezza dell’insieme delle comunicazioni intercettate siano esse telefonica o telematiche pena quattro anni di reclusione per «la diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente».
La diffusione sarà legale «quando le registrazioni o le riprese sono utilizzate nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca».
«La delega – spiega Walter Verini (Pd) – contiene un contemperamento tra la necessità di fare le indagini con il diritto di cronaca e l’esigenza di non violare la privacy dei cittadini che non c’entrano niente».
«Si vota una norma liberticida, che davvero richiama i peggiori periodi della storia italiana», sostiene Alfonso Bonafede, M5S. Mentre l’Idv afferma di essere intenzionata «a denunciare ogni eventuale tentativo di limitazione delle intercettazioni come strumento di indagine».
P.M.
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