Secondo suicidio nel carcere romano di Regina Coeli, a meno di 24 ore di distanza da quello del presunto killer del gioielliere assassinato a Roma nel quartiere Prati. Un altro detenuto è stato trovato impiccato ieri sera: si tratta di un romeno di 18 anni arrestato a fine aprile, insieme a un connazionale, con l’accusa di aver ucciso nella Pineta Sacchetti il truccatore dei vip Mario Pegoretti, massacrato di botte per 50 euro e un orologio del valore di appena 150 euro. Era in isolamento, nella stessa sezione dell’omicida del gioielliere.
Per Ludovico Caiazza, il presunto killer del gioielliere, la psicologa del carcere aveva raccomandato domenica mattina una visita psichiatrica e il regime di «grande sorveglianza». Eppure poche ore dopo il detenuto 32enne è riuscito a togliersi la vita creando un cappio con le lenzuola e attaccandolo alle sbarre della cella.
Con il suicidio del ragazzo rumeno, Eduard Theodor Brehuescu, salgono a 25 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno. Adesso i magistrati e il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dovranno accertare che cosa davvero sia accaduto all’interno del reparto che ospitava entrambi i suicidi. Soprattutto se vi siano state omissioni da parte di chi aveva il compito di vigilare. Tenendo conto, nel caso di Caiazza, che lo stesso di fronte alla psicologa Caiazza si era mostrato sconvolto, sostenendo di aver saputo che l’orafo era morto solo dopo essere fuggito, e aveva detto: «Adesso chiudete la porta e buttate la chiave».
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