I romani spendono in gioco d’azzardo 6 miliardi l’anno con una spesa pro capite di 1.412,13 euro. Un fenomeno diffuso soprattutto in periferia. Questi i dati della ricerca, presentata oggi dalla Camera di Commercio di Roma d’intesa con la Caritas Diocesana di Rona, dal titolo “L’impatto del gioco d’azzardo sulla domanda di beni e servizi e sulla sicurezza urbana. Il fenomeno dei Compro oro e business collegati”. La ricerca confronta sul territorio nazionale la distribuzione dei Compro Oro e delle sale d’azzardo e, in particolare, la situazione sul territorio della Capitale. Il centro storico ha il primato dei Compro Oro (46) e 16 sale dedicate all’azzardo. Macchinette più diffuse, invece, in periferia, in particolare nel quartiere Appio Tuscolano.
“Roma è diventata la capitale del gioco d’azzardo”. Lo evidenzia il direttore della Caritas Diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci intervenendo all’iniziativa della Camera di Commercio di Roma dal titolo “L’impatto del gioco d’azzardo sulla domanda di beni e servizi e sulla sicurezza urbana. Il fenomeno dei ‘Compro Oro’ e business collegati’.
“Spesso i ‘Compro Oro’ sono vicino alle macchinette dove si gioca. Incontriamo tante persone che arrivano da noi perché sono rovinate dal gioco d’azzardo, ormai sono tante le situazioni. Spesso ho chiamato questo fenomeno sciacallaggio”.
I numeri sembrano dar ragione a monsignor Feroci: nel Lazio si contano 41.899 fra slot machines e videolottery, 5.696 sale gioco (insieme al bingo e alle scommesse), 3893 ricevitorie e 6896 rivenditori di gratta e vinci.
“A Re di Roma c’è una ex sala bingo con 900 postazioni e quindi 900 persone che posso giocare contemporaneamente. Non si percepisce il pericolo, la difficoltà che aumenta sempre di più per le famiglie e ci sono giochi pensati per i bambini dai 4 agli 8 anni”, ha continuato il direttore della Caritas.
Per i due consiglieri regionali Davide Barillari e Devid Porrello (M5s) la legge del 2013, che doveva regolare il gioco d’azzardo, non è stata risolutiva perché mai applicata.
“Non sono state erogate sanzioni amministrative pecunarie da parte dei Comuni laziali”, hanno dichiarato i due esponenti del Movimento Cinque Stelle nel corso dell’interrogazione inviata al presidente della regione Nicola Zingaretti.
Inoltre, spiegano i consiglieri, “non è nemmeno disponibile la lista di sale gioco aperte dall’approvazione della legge ad oggi”. Risulta quindi difficile comprendere a pieno la gravità del fenomeno, che continua ad essere fuori controllo, almeno per “controllare se le ubicazioni delle 35.216 slot e delle 6.683 videolottery” abbiano seguito il prescritto “posizionamento a una distanza da aree sensibili”, come le scuole o gli ospedali.
Per quanto riguarda il supporto psicologico indispensabile per uscire tramite “terapie lunghe e difficili”, come afferma monsignor Feroci, il testo legislativo di due anni fa ha fallito ancora una volta. Non sono stati “erogati contributi per il finanziamento di progetti per sostenere persone affette da gioco d’azzardo patologico e i loro familiari”; inoltre, “nessuna Asl ha predisposto materiale informativo” per un fenomeno che sembra in continua crescita e che secondo il Cnr sfiora il 42% della popolazione, continuano Barillari e Porrello.
“Alziamo lo sguardo, non facciamo finta di niente” : è l’invito che il direttore della Caritas rivolge a tutti. Accogliamolo prima che sia troppo tardi.
P.M.
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