La Cassazione ha cancellato l’assoluzione dei cinque medici dell’ospedale “Sandro Pertini” accusati di omicidio colposo nel caso di Stefano Cucchi, il ragazzo arrestato nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 per possesso di hashish e cocaina e morto il 22 ottobre nel braccio carcerario della struttura ospedaliera avendo sul corpo vistosi ematomi, contusioni e un’emorragia alla vescica.
Le condizioni del geometra romano al momento dell’udienza per direttissima hanno gettato le basi dell’ipotesi accusatoria, che riguardava i tre carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità, e i cinque medici del Pertini accusati di concorso in omicidio colposo e assolti lo scorso 18 luglio.
Ora la Cassazione ribalta la sentenza ma, a meno che gli accusati Aldo Fierro, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia di Carlo non rinuncino alla prescrizione, cosa assai improbabile, il rinvio a giudizio resterà sulla carta.
Ad otto anni dalla morte di Cucchi e dal primo processo, si aprirà dunque un nuovo procedimento giudiziario: lo scorso febbraio, infatti, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco per omicidio preterintenzionale. Altri loro due colleghi, Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi, che mentirono al processo, rischiano invece per falso e calunnia. Tutti e cinque sono stati sospesi dall’Arma.
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