E’ querelle tra la Procura di Bergamo e il ministro dell’interno Angelino Alfano sul fermo di Massimo Bossetti, ritenuto l’assassino di Yara Gambirasio: il procuratore Francesco Dettori aveva intenzione di “mantenere il massimo riserbo, anche a tutela dell’indagato”. Alle dichiarazioni degli investigatori, il ministro ha risposto precisando di non aver fornito assolutamente dettagli sulla vicenda, anche se riteneva opportuno informare l’opinione pubblica del risultato importantissimo ottenuto dalle forze dell’ordine. Inoltre, ha suggerito proprio alla Procura di interrogarsi su “chi ha inondato i mass media di una quantità infinita di informazioni” e ha precisato che “in un giorno di grandi successi occorre evitare polemiche”.
Secondo Alfano, non era intenzione del procuratore riprendere l’atteggiamento del ministro, che ieri sera aveva annunciato alla stampa il fermo di un uomo della bergamesca, indagato in relazione alla scomparsa e all’omicidio di Yara. Le dichiarazioni erano state rilasciate dal capo degli Interni perchè ritenute “un elemento rassicurante per i cittadini, che devono sapere che in Italia chi delinque va in galera”, pur evitando di fornire indicazioni specifiche su Yara e particolari che potessero rivelare chi fosse la persona fermata. D’accordo con il procuratore Dettori in merito alla tutela da garantire all’indagato, Alfano conferma che “la presunzione di innocenza vale per tutti e vale anche in questo caso; saranno gli inquirenti a fornire tutti gli elementi relativi all’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo”.
Sulle polemiche è intervenuto prontamentre il leader di M5S Beppe Grillo, che così ha scritto sui social: “Il ministro l’ha fatta grossa. Siamo letteralmente senza parole. E’ gravissimo quello che è successo poco fa”. E invece ha preferito non commentare l’accaduto l’ex ministro degli Interni Roberto Maroni. Il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa, che ha preferito evitare ulteriori polemiche, ha ricordato ai media “il grande risultato investigativo”.
Chi non ha ancora commentato l’accaduto è la famiglia Gambirasio: l’avvocato Enrico Pelillo, legale dei genitori di Yara, ha ricordato che questi ultimi “sono persone molto pacate e misurate, nessuno ha esultato, hanno sempre avuto fiducia nelle indagini. I recenti sbviluppi sono un buon punto di partenza, perchè da un’indagine contro ignoti siamo a un’indagine con un indagato”.
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