arresti domiciliari a Giulia Ligresti. Decisione che Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino, afferma essere stata presa “esclusivamente sulla base di fatti concreti e provati: le condizioni di salute, che rendevano pericolosa la permanenza in carcere”. Il fatto è avvenuto il 2 agosto, quindi “ben prima delle telefonate in questione (del ministro Cancellieri, ndr), c’ era stata una richiesta di patteggiamento accettata dalla procura”. Pur non entrando nel merito ‘ politico’ della vicenda, Caselli nel suo intervento di questa mattina alla trasmissione di Raitre Agorà sottolinea: “Qualunque illazione, che metta in campo circostanze esterne al meccanismo processuale, non può che considerarsi arbitraria e destituita di ogni fondamento. Telefonate esterne, per quanto riguarda il mio ufficio, non ne esistono”.
L’interessamento della titolare del dicastero della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, sulle condizioni di salute della figlia del costruttore palermitano Salvatore Ligresti, effettivamente c’è stato: prima con una telefonata nel mese di luglio alla mamma della giovane; poi un contatto con lo zio di Giulia, Antonino Ligresti, come ammesso dalla stessa il 22 agosto scorso, in una deposizione davanti al procuratore aggiunto Nessi: “Effettivamente ho ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti che conosco da molti anni. Mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia (…) che soffre di anoressia e rifiuta il cibo. Ho sensibilizzato i due vice capi del Dap (il Dipartimento
Il ministro della Giustizia, dunque, non intende gettare la spugna: “Anzi, combatto, querelo e vado avanti.Non mi faccio intimidire. Personalmente sono una roccia. Il metodo Boffo lo abbiamo ben conosciuto in altri tempi. Bisogna reagire”.
Attendiamo dunque quei chiarimenti che dovrebbero essere forniti domani a Senato prima (ore 16) e Camera poi (17.30). Come dato in più sappiamo che se Letta le chiedesse di fare un passo indietro “lo farei – dice la Cancellieri – – ma dovranno anche spiegare al Paese il perché di ciò. Non consento che si passi sopra il mio onore”. “Non ho mai brigato per avere posti nella vita. Tutto quello che mi hanno chiesto di fare l’ ho fatto con spirito di servizio. Se il mio servizio non va bene, non sono certo attaccata alla poltrona”, spiega il Ministro, sottolineando che “il magistrato che ha valutato quelle intercettazioni (rese pubbliche ieri dall’agenzia Adnkronos, ndr) non vi ha trovato nulla di penalmente rilevante. Questa è malafede. E’ accanimento”.