Oltre il 40% degli incidenti stradali è dovuto all’utilizzo del telefonino mentre si guida. Mandare messaggi, navigare su internet, chattare, oppure scattare un selfie: sono tutti atteggiamenti considerati normali da quel 12,4% di persone sorprese, come riporta La Stampa oggi, con il telefonino in mano mentre guidavano.
Chiamiamolo pure Fomo – Fear of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori, esclusi dalla società o dal gruppo, motivo per cui controlliamo il cellulare in media 150 volte al giorno, una ogni 6 minuti – , ma una cosa è certa: l’utilizzo smodato del telefonino è diventato una emergenza sociale ed economica, se è vero che nel 2014 ha causato ben 181mila incidenti stradali, attribuendosi anche la prima causa di morte sotto i 40 anni, la prima causa di invalidità permanente per i giovani e pesando nel complesso per il 2% cento sul Pil.
Ma finalmente, qualcosa si muove: c’è un progetto comune rivolto ai ragazzi in età da patente. L’idea è spiegare una semplice verità: usare il cellulare alla guida può essere letale. È stata questa la materia portata ieri al centro di formazione professionale Gabriele Capello di Torino, prima scuola in Italia su ventitré.
In aula magna, gli studenti hanno ricevuto il nuovo materiale didattico. Sulla cartellina c’erano due frasi in rima molto semplici. «Se ti ama ti richiama». «Prima viaggia, poi messaggia». «Per voi cos’è il rischio?», ha domandato l’istruttore. Andrea ha risposto: «Fumare qui dentro anche se è vietato». Laura: «Andare ai 170 sulla moto del mio ragazzo. Abbiamo provato, ma era tutto diritto, non siamo mica scemi. E quando ho avuto paura, gli ho detto di smettere…». Altre risposte. «Il rischio è divertente». «Il rischio è mettere alla prova i miei limiti». «Il rischio è fidarsi. Io non mi fido di nessuno».
Il rischio invece è non guardare avanti, farsi distrarre. Aver paura di essere tagliati fuori e per questo tenere il telefono a portata di mano durante la guida.
La lezione dura un’ora. Una parte teorica, l’altra pratica. Per esempio: ci si ritrova al cospetto di una specie di televisore che quantifica la concentrazione. Ai ragazzi, a turno, viene chiesto di fissare per 100 secondi un riquadro che rappresenta la strada, mentre gli altri si occupano di distrarre con chiacchiere, battute, scherzi. Risultati di Ste, Linda e Alessandra: «21. Pirata della strada». «39. Molto distratto innamorato». «51. Pericolosamente emotivo». Pare che non sia un campione troppo lontano dalla realtà.. La distrazione è, infatti, la prima causa degli incidenti stradali in Italia (16,8% secondo i dati Aci/Istat). Uno studio minuzioso sul fenomeno ha confermato i sospetti.
La sindrome che ci attanaglia ha un nome. Si chiama «Fomo», fear of missing out: paura di essere tagliati fuori. Ed è per questo che stiamo – non tutti, certo – sempre attaccati al telefono. Controlliamo il cellulare in media 150 volte al giorno, una volta ogni sei minuti. Roba da strizzacervelli. Lo facciamo anche in auto, alla guida, in bici, in moto, quindi il problema non è più solo psicologico. La distrazione è, infatti, la prima causa degli incidenti stradali in Italia (16,8% secondo i dati Aci/Istat). Uno studio minuzioso sul fenomeno ha confermato i sospetti.
I dati, a corredo del progetto, sono stati raccolti osservando il comportamento di 32.650 guidatori. E guidando, questo è emerso, si fa altro. Se la media nazionale di utilizzo del telefono nell’ora di punta è 12,4% , Torino e Palermo svettano con il 14%. Roma è intorno al 13,6%, ma fa registrare molti scooteristi con il telefono pizzicato nel casco, pronti a maneggiarlo anche Iin viaggio. Il fenomeno della distrazione da smartphone sta diventando dilagante. Questo è il primo tentativo di cercare di contrastarlo partendo dalle scuole. A differenza di tutte le altre campagne sulla sicurezza stradale, quella di Tim e Ducati non mostra morti e feriti, non usa la paura. Ha già aderito tutto il mondo del Motomondiale. L’obiettivo è responsabilizzare. Funzionerà? La lezione finisce con un selfie: i ragazzi scrivono su un post-it lo slogan «#guardaavanti», si fotografano e girano il messaggio agli amici.
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