La regia è di Ettore Scola, il protagonista è Marcello Mastroianni e le musiche sono di Armando Trovajoli: C’ervamo tanto amati, questa sera in proiezione al Petruzzelli di Bari, celebra l’apice del tributo del Bif&st 2016 a tre grandissimi nomi del cinema italiano.
Scola-Mastroianni 9 e 1/2, c’eravamo tanto amati, è il tributo incrociato che il Bari International Film Festival ha voluto dare quest’anno al regista e all’attore che insieme hanno lavorato alla realizzazione di più di 9 capolavori della storia del cinema italiano: Il dramma della gelosia (1970); Permette? Rocco Papaleo (1971); C’eravamo tanto amati (1974); Una giornata particolare (1977); La terrazza (1980); Il mondo nuovo (1982); Maccheroni (1985); Che ora è (1989); Splendor (1989). Il mezzo film è quello collettivo, Signore e signori, buonanotte, ritratto satirico del bel Paese del 1976, in cui tra i tanti celebri nomi parteciparono anche Scola e Mastroianni.
Il tributo a Scola è stato inserito su un treno in corsa, quando cioè la struttura del Festival era nel pieno del suo sviluppo, ma non è stato difficile affiancarlo a quello già previsto per Mastroianni a vent’anni dalla sua scomparsa. Così gli appuntamenti inizialmente previsti con il regista al Festival si sono trasformati in un discorso sulla sua figura professionale e umana che sta incantando il pubblico del Bif&st con proiezioni, incontri a tema e lezioni. Le melodiose colonne sonore composte dal maestro Trovajoli per la maggior parte dei film di Scola, suonate al pianoforte dal vivo al teatro Petruzzelli prima delle proiezioni serali delle anteprime mondiali, aggiungono emozione al ricordo. “Abbiamo sei sale attive costantemente piene – ci tiene a spiegare Laudadio, direttore artistico del Festival, – e ciò nonostante all’ingresso si creano ingorghi di gente arrabbiata per non essere riuscita ad accedere. Ci dispiace che il pubblico non possa entrare nelle sale, ma siamo felici che non riesca ad entrare”.
Scola e Mastroianni sono emblematicamente rappresentativi di quel cinema di commedia che ben ritrasse il panorama storico, sociale e umano dell’Italia di quegli anni. Era un cinema intriso di valori essenziali quali la libertà di pensiero, la solidarietà, il rispetto della storia e della dignità della persona con tutto il portato del suo vissuto e dei suoi dolori. Due personaggi sobri, scevri da ogni sentimentalismo e in apparenza un po’ schivi e cinici, ma in realtà animati da una profonda passione civile.
“C’eravamo tanto amati – ha detto il direttore del Bif&st – restituisce nei fatti l’essenza del rapporto profondo che legava i due grandi cineasti”.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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