Il fenomeno Greta Thunberg, la giovanissima svedese che affronta i Potenti della Terra in nome della stessa sconvolta dai cambiamenti climatici, causati in buona misura da azioni umane che non ne hanno opportuna cura, ha contagiato numerose schiere di giovani. La paladina del clima è riuscita a portare nelle piazze di tante città nel mondo migliaia e migliaia di studenti che sommati fra di loro fanno diversi milioni: un altro fenomeno da non sottovalutare e di cui essere fieri se davvero è motivato da un sentimento di appartenenza, di difesa dell’ambiente.
Nella marcia di venerdì scorso, la più grande mobilitazione di tutti i tempi sul clima, “abbiamo mostrato che siamo uniti e che siamo inarrestabili”, ha detto con orgoglio la sedicenne svedese in apertura del Youth Climate Summit all’Onu, al fianco del segretario generale Antonio Gutierrez.
Studenti in piazza che manifestano per una giusta causa: la salute, la preservazione delle varie specie, a cominciare da quella umana, la vita. Lo hanno fatto il 20 settembre, ad anno scolastico appena iniziato. E continueranno nei prossimi mesi, non appena un evento importante sul clima li chiamerà ad un altro raduno. Ma come la metteranno con gli impegni scolastici obbligatori? Negli Usa il milione, o poco più, di ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione ambientalista quasi a voler smentire il totale disinteresse del loro presidente Donald Trump, che al summit newyorkese si è affacciato per pochi minuti, sono stati esonerati per la giornata di studio dall’assessorato all’istruzione. In Italia il quesito è stato posto direttamente al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, anche perché venerdì prossimo, 27 settembre, è prevista una seconda giornata di manifestazioni e scioperi per il clima.
Fioramonti, intervistato da Enrico Mentana sul TG la7, ha precisato che “non spetta al ministro decidere se accettare o meno le giustificazioni, bensì alle scuole. Ma le indicazioni di molti docenti e dei collegi docenti mostrano che c’è una grande disponibilità”. Intanto ha inviato a tutti gli istituti una circolare che invita le scuole a considerare giustificate le assenze degli studenti che partecipano alle mobilitazioni contro il cambiamento climatico.
“Il mio messaggio” ha spiegato il ministro “serve per dare la possibilità agli studenti minorenni, quindi giustificati dai genitori, di poter indicare nella giustificazione che hanno partecipato alla manifestazione, e fare in modo che sia valida al fine dell’assenza in classe”.
Quanti ne approfitteranno? “E’ un rapporto di fiducia che esiste nelle famiglie per quanto riguarda i minorenni, dato che i maggiorenni già si giustificano da soli. I minorenni” ha sottolineato Fioramonti “dovranno convincere i propri genitori a giustificarli ma potranno indicare che sono stati partecipi alla manifestazione. Penso che sia un segno di responsabilità e di condivisione dello spirito della manifestazione”. Il ministro dell’Istruzione ritiene inoltre che “una battaglia per un mondo sostenibile debba entrare in modo permanente nel mondo della scuola. Lo sviluppo sostenibile deve entrare nella formazione a tutti i livelli”. “Siamo il ministero dei giovani – aggiunge – abbiamo una responsabilità in più e vorrei che la scuola diventasse un grande laboratorio di innovazione”.
Il rovescio della medaglia è invece l’indignazione di Codacons per l’invio alle scuole della circolare che giustifica le manifestazioni sull’ambiente: “Si tratta di una posizione politica e del tutto fuori luogo – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il Ministro non è chiamato a giustificare un bel nulla, perché i genitori degli studenti possono, in totale autonomia, giustificare le assenze dei figli da scuola per qualunque ragione”.
Il ministro poi dice anche di voler “innovare la didattica nelle scuole introducendo temi legati alla sostenibilità in ogni materia, dalla scienza alla storia. Vorrei che la sostenibilità diventasse il fil rouge che caratterizza la didattica nelle scuole italiane” e per questo obiettivo, dice, “mi sono dotato di un consiglio scientifico sullo sviluppo sostenibile” di cui “ne fanno parte persone di spicco come Enrico Giovannini, Jeffrey Sachs e Vandana Shiva”.
Bah
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