“Bisogna approvare il prima possibile” la manovra da 40 miliardi e “contemporaneamente andare avanti su una serie di provvedimenti per aiutare la crescita, tra cui la manovra fiscale che pensiamo debba essere a parità di pressione fiscale complessiva”. Lo ha affermato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, al suo arrivo all’Unione Industriale di Torino dove si svolge l’assemblea degli imprenditori subalpini.”Abbiamo chiesto – ha detto Marcegaglia – contemporaneità tra rigore e crescita e, in questo momento delicato in cui è in discussione il piano di salvataggio della Grecia e Moody’s ha dato un avvertimento, è essenziale approvare il prima possibile la manovra da 40 miliardi che è nel piano nazionale delle riforme ed è stata approvata dal Parlamento e dalla Commissione Europea.
Contemporaneamente deve andare avanti una serie di provvedimenti che possono aiutare la crescita, tra cui la manovra fiscale e bisogna abbassare le tasse su imprese e lavoro dipendente, magari rialzando la tassazione sulle rendite finanziarie, lavorando sull’assistenza e su qualche lieve aumento delle aliquote iva. Sono cose che devono andare di pari passo”. “Ogni impresa si iscrive e si cancella da Confindustria in modo volontario. Non abbiamo nessuna intenzione di pressare la Fiat”. Così la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha risposto alla domanda su cosa intenda fare per evitare l’uscita di Fiat. “Quello che cercheremo di fare, certamente per la Fiat ma anche per tutte le altre imprese – ha spiegato Marcegaglia – è lavorare sul tema dell’esigibilità dei contratti. Se faremo un buon lavoro su questo credo che sarà una risposta alle esigenze corrette poste dalla Fiat”. “Ci auguriamo di poter arrivare a un accordo con tutti i sindacati, vogliamo fare un accordo interconfederale sul tema dell’esigibilità dei contratti”. “Eventualmente – ha aggiunto – appoggiato anche da una legge, ma quello che a noi interessa è un accordo interconfederale”. Marcegaglia ha ribadito che “se un’azienda firma un accordo con chi rappresenta la maggioranza dei lavoratori, questo deve valere per tutti. Altrimenti il rischio è che l’imprenditore firmi un contratto e il giorno dopo qualcuno scioperi contro questo contratto. In una situazione in cui non c’é unità tra i sindacati – ha concluso – questo elemento diventa fondamentale”.
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