Poco meno di due ore di colloquio nello studio della Torretta del Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi il via libera al nuovo governo con l’incarico formale al professor Giuseppe Conte che ha accettato con riserva secondo prassi.
Ora si attende solo la presentazione della lista dei ministri ma lo scoglio più grosso è ormai dietro le spalle. Nasce oggi, di fatto, la Terza Repubblica grazie ad un esecutivo fortemente voluto da Lega e Cinquestelle, blindato con un accordo di programma per l’intera legislatura. Un patto che ora passerà al vaglio del Parlamento. In sintesi, per usare le parole del leader della Lega Salvini, il nuovo presidente del Consiglio, “non sarà un mero esecutore”.
Dopo due mesi e mezzo di trattative, polemiche, schermaglie, condizionamenti veti incrociati e strappi, nasce quello che Conte ha definito “il governo del cambiamento” l’esecutivo che nelle intenzioni del nuovo premier “dovrà dare ascolto alle legittime aspettative dei cittadini italiani”.
“Non vedo l’ora di iniziare a lavorare seriamente” ha detto Conte nel breve intervento di esordio all’uscita dello studio di Mattarella. Poi, le frasi rassicuranti che lo stesso presidente della Repubblica deve aver sollecitato con forza al premier incaricato: “Resteremo in Europa”. Ma senza condizionamenti o diktat ha lasciato intendere nei passaggi successivi dell’intervento
“Sono disponibile a fare il premier senza risparmiarmi, con il massimo impegno e la massima responsabilità. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare sul serio”.
“Sono professore e avvocato -ha concluso Conte- ho perorato cause di varie persone e ora difendo l’interesse degli italiani in tutte le sedi Ue e internazionali dialogando con le istituzioni comunitarie e con tutti gli altri Paesi”.
Scontate le reazioni delle opposizioni. No secco di Forza Italia. Un no al quale si è associato quello di rito del Pd e quello meno radicale di Fratelli d’Italia che valuterà di volta in volta cosa votare o meno insieme alla maggioranza Lega-Cinquestelle.
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