Fabrizio Corona professore per un giorno a Milano. Il 28 novembre, dalle 11 alle 14, l’ex fotografo dei vip terrà uno stage di marketing della comunicazione. Stage a pagamento, ovviamente.
Insieme a lui ci sarà anche l’amico e collaboratore Alehandro Cardia: “E’ stato un grande successo, per nostra volontà abbiamo escluso i fan, abbiamo scremato le richieste, scegliendo solo le persone del settore e realmente motivate”. E la motivazione è fondamentale, se si devono pagare 300 euro per tre ore.
“Abbiamo sempre organizzato corsi di questo tipo perché nel lancio di prodotti e di personaggi noi siamo i numeri uno”, ha aggiunto Cardia.
Compra, vendi, fallisci e guadagni. Genitori affermati nel mondo del giornalismo (Vittorio e Gabriella), vicini a Indro Montanelli (sì, avete capito bene), uno zio parlamentare, un nonno capocronista del quotidiano La Sicilia, di Catania, e perfino un bisnonno, Emanuel Calì, compositore. La biografia di Fabrizio Corona, pubblicata sul suo sito ufficiale, è un racconto tutto da leggere: un anno dopo lo scandalo Vallettopoli, scoppiato nel 2007, l’agenzia da lui fondata, la Corona’s, fallisce. Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, l’imprenditore viene condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il filone di Milano nel 2011 e a 5 anni per quello di Torino nel 2013. Nel frattempo, Corona si costruisce l’immagine del ribelle. E la vende. Scrive due libri autobiografici che vengono pubblicati nello stesso anno, Vita pericolosa di un fotoreporter randagio, diffuso come allegato dal quotidiano Libero nel gennaio 2007 e La mia Prigione (chissà, forse un omaggio al celebre ma più datato libro di memorie di Silvio Pellico?).
Cacciato dal set del remake di Scarface, quasi linciato dal pubblico a due eventi, in uno di questi con tanto di lancio di pomodori, Corona sembra incarnare l’immagine dell’imprenditore moderno, che fa di se stesso un marchio: apre società, le chiude, fallisce, ne apre altre, si fidanza e pubblicizza magliette con la farfallina, sull’onda del tormentone Belén Rodríguez e del suo tatuaggio al Festival di Sanremo 2012. Fa dichiarazioni shock “Per Squadra (Antimafia, la serie tv in cui ha fatto una piccola parte nel 2013) mi hanno dato solo 4000euro. Ma sono più bravo di George Clooney. E poi lui è gay, io sono bisessuale”, che puntualmente rimbalzano da una copertina all’altra. Altra pubblicità, altri soldi.
Con due società all’attivo, la Fenice srl (eventi) e la Toy Boys (abbigliamento), e vista la lista dei clienti pubblicata sul sito ufficiale (Denny Rose, Silvian Heach, MiaBag, Giochi Preziosi, Renault, solo per citare qualche nome), sembra che fare il bad boy paghi. Se non lo sei beh, allora costa. Almeno 100 euro l’ora.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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