Corona, un caso indecente

Dopo la fuga in Portogallo, il fotografo dei vip Fabrizio Corona è stato estradato e riaccompagnato in Italia per scontare sette anni (o forse più) di carcere. E’ la conseguenza di sentenze passate in giudicato sulle quali ora niente e nessuno potrà più tornarci sopra. L’uomo della strada direbbe che la giustizia ha fatto il suo corso.

E questo è accaduto per Corona come per le tante altre decine di migliaia di cittadini che grazie a quel “percorso” da
cittadini liberi diventano detenuti non più in attesa di giudizio. Nei giorni scorsi, nel corso di un seguitissimo talk show pomeridiano, la mamma di Corona dal pulpito di una televisione importante ha lanciato un appello a Napolitano e
“alle istituzioni perché prendano a cuore la vicenda Corona”: ha chiesto cioè aiuto per evitare al proprio figlio i rigori e “i rischi del carcere”.

Nel rispetto di quanto una madre può e deve fare per i figli e la propria famiglia, quello che sconcerta è la richiesta in sé e il modo con cui questa signora intende proteggere il proprio figlio definito sempre in Tv “un ragazzo bravo, meraviglioso…”.Per la signora Corona, che evidentemente ha una propria singolare, quanto incredibile
e purtroppo non condivisibile idea di bontà umana, le massime autorità dello Stato dovrebbero trovare un po’ di tempo per pensare ai guai giudiziari del “suo” Fabrizio. A questo punto una domanda viene spontanea: ma dove vive la signora Corona? Ha capito che in una società civile chi sbaglia deve pagare? Nei confronti di chi ha estorto denaro, ha ricattato, ha fatto cose che definire mascalzonate è pericolosamente riduttivo, è giusto e sacrosanto che una società si difenda. Poi niente di più sgradevole di questo appello a chi ha ben altre preoccupazioni cui dedicare tempo ed energie.

A cominciare dalle difficoltà delle famiglie, delle imprese e dei milioni di giovani disoccupati che pure non scelgono di delinquere e fare del male al prossimo. Dunque un minimo di buon gusto anche negli appelli complice la maleddetta share Tv che spesso fa perdere la bussola del buon senso anche ai conduttori in cerca di visibilità.

Alessandra Angeletti