La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni dipartimentali in Francia. Canta vittoria anche il Front National, che pur senza stravincere ottiene un numero senza precedenti di rappresentanti nei consigli locali. Cala, ma non crolla come si temeva, il Partito Socialista.
Gli analisti sono d’accordo: in Francia è iniziata l’era del tripolarismo.
I risultati del primo turno delle elezioni, ancora non annunciati in via ufficiale, confermano infatti la nascita di un terzo polo a destra rispetto ai due tradizionali Ump e partito socialista. È costituito dal Front National guidato da Marine Le Pen, che ha ottenuto circa il 25% dei voti, il risultato migliore per un singolo partito.
Per l’estrema destra è un risultato storico: prima di questa tornata elettorale, non aveva mai ottenuto una rappresentazione simile a livello locale, e i suoi candidati alla presidenza dei Dipartimenti non si erano mai imposti.
Ora questo potrebbe cambiare. Secondo le previsioni degli analisti, con un ballottaggio favorevole il Front National potrebbe aggiudicarsi anche cinque dei cento Dipartimenti in palio.
A livello dei cantoni, enti territoriali intermedi fra il Comune e il Dipartimento, avanzano al secondo turno circa 1100 candidati del FN.
A dispetto dei trionfalismi di Marine Le Pen, a imporsi in questa tornata elettorale è stata però la coalizione di centrodestra, costituita dai gaullisti dell’UMP dell’ex Presidente Nicolas Sarkozy insieme alla variegata federazione centrista dell’UDI.
La coalizione ha raccolto il 32% dei voti espressi e ai ballottaggi dovrebbe essere in grado di strappare almeno 15 Dipartimenti alla sinistra, comprese tradizionali roccheforti socialiste come Nord, Pirenei atlantici e Pirenei orientali.
Il centrosinistra, come si è detto, ha perso terreno, ha subito il sorpasso da parte del FN, ma ha evitato la disfatta. Alla coalizione del Presidente della Repubblica François Hollande e del Primo Ministro Manuel Valls è andato il 22% delle preferenze.
Per quanto lontano dal minimo storico del 14%, registrato alle ultime europee, si tratta comunque di una sconfitta inequivocabile.
Almeno in parte, la batosta è stata provocata dalla frammentazione della gauche in numerosi partiti minori in concorrenza fra loro. Ma bisogna notare che è il fronte di sinistra nel suo insieme a perdere consensi: se tutte le forze di sinistra del Paese trovassero oggi un miracoloso accordo, non arriverebbero al 37% dei voti, la percentuale più bassa dal 1992.
Il premier Valls, preso atto della sconfitta, ha chiesto ufficialmente al centrodestra di dare nuova vita al “fronte repubblicano”, un’alleanza strategica di tutte le forze politiche contro il Fronte Nazionale, in vista dei ballottaggi, che si terranno domenica prossima.
Valls ha esortato “tutti gli elettori repubblicani”, compresi quelli di sinistra, a votare comunque contro il FN, anche se questo dovesse voler dire esprimersi a favore del centrodestra.
Marine Le Pen ha commentato trionfalmente il risultato del suo partito, che pur non raggiungendo la vittoria assoluta e netta alla quale aspirava ha ottenuto un’affermazione storica.
La leader nazionalista ha attaccato il Primo Ministro, chiedendone le dimissioni per “aver condotto una campagna elettorale contro i francesi”.
Sarkozy non ha accolto la richiesta di Valls: l’UMP esorterà i propri elettori ad astenersi dal voto dove i ballottaggi vedranno contrapposti un candidato del FN e uno di sinistra.
L’ex Presidente ha annunciato che il suo partito non si accorderà con la destra estrema a livello locale né a livello nazionale, spiegando che il Front National “non porterà alcuna soluzione ai problemi dei francesi anzi, al contrario, li aggraverà”.
Filippo M. Ragusa
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