Condannato a 40 anni per crimini contro l’umanità, Radovan Karadzic, primo e unico presidente della Repubblica serba di Bosnia Erzegovina. Quando fu eletto, nel 1992, assunse il ruolo di capo dell’esercito come previsto dalla Costituzione serba e in quanto tale si macchiò di una delle stragi più sanguinose che la Storia ricordi, quella di Srebrenica.
Quello di Srebrenica fu dichiarato il primo genocidio dalla fine della seconda guerra mondiale già nel 2004, dal Tribunale penale internazionale dell’ex Jugoslavia. Ora il Tpi (Tribunale penale internazionale dell’Aja) ha sancito la responsabilità del leader serbo nel massacro, anche se non ha stabilito “l’intento genocida di distruggere un gruppo”.
Ma è un cavillo tutto giuridico: Karadzic, latitante fino al 2008 ha comunque compiuto crimini di guerra e contro l’umanità, non solo a Srebrenica ma anche a Sarajevo ed è stato dichiarato “penalmente responsabile” per omicidio, attacco a civili e per i 44 mesi di assedio alla città.
Le basi di un genocidio. L’ascesa della Repubblica serba guidata da Karadzic è ovviamente connessa alla dissoluzione della Jugoslavia nel 1992, causata a sua volta dal crollo del regime comunista. A quel punto, le numerose etnie del territorio si dichiararano a mano a mano indipendenti, in ordine cronologico: Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina.
Il 21 novembre 1995 si concludono gli accordi di Dayton e vengono riconosciute due comunità principali che si spartiscono la sovranità del territorio: la Federazione croato-musulmana da una parte (che detiene il 51%) e la Repubblica Serba di Bosnia (49%). Le due “comunità” però, pur avendo poteri autonomi, sono inserite entrambe nella medesima entità statuale.
La strage di Srebrenica si inserisce nella serie di conflitti armati già iniziati nel ’92 ai quali Dayton non riesce a mettere fine: la città venne infine dichiarata “zona protetta” e la difesa della popolazione civile bosniaca, quasi tutta musulmana, fu affidata alle Nazioni Unite. L’11 luglio del 1995 l’esercito serbo-bosniaco guidato da Ratko Mladìc entra in città e divide gli uomini dai 14 ai 78 anni da una parte, e donne, bambini ed anziani dall’altra: con la scusa dello sfollamento verranno uccisi e gettati in fosse comuni.
Tra i responsabili della strage, sono stati inseriti anche i Paesi Bassi, per omissione di intervento e difesa dei civili da parte delle tre compagnie olandesi che formavano una parte dell’esercito dei caschi blu dell’ONU.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy