Disturbi d’ansia, fobie, obesità: sono tutti problemi che ai soggetti che ne soffrono creano spesso disagio molto profondo, tanto da evitare loro stessi situazioni potenzialmente ansiogene che possano accrescere i fastidi.
Quale il modo migliore per combattere queste paure? Attraverso la Cyber Terapia, sottoponendo la persona a stimoli scatenanti che possano generare risposte antagoniste rispetto a quelle che sfociano in comportamenti inadeguati. In pratica, desensibilizzando il soggetto dalle sue ansie/paure e abituandolo progressivamente alle emozioni che può provare attraverso un approccio differente.
Questo, grazie alla realtà virtuale, è oggi possibile. Basta entrare in una ‘caverna’, all’apparenza una stanza vuota ma che nasconde un mondo hi-tech – i muri e il pavimento sono monitor – e indossare un paio di occhiali speciali, impugnare un joypad e il ‘gioco’ è fatto. Ci si ritrova in una piazza o una strada di città, nella stanza di un appartamento, su un palcoscenico davanti a una platea affollata, o in un contesto naturale e rilassante dove scorre una cascata d’acqua. Il tutto è talmente realistico che è possibile vedere anche il proprio corpo interagire con l’ambiente, oltre a sentire i rumori e gli odori.
Nella realtà, invece, il protagonista del viaggio rimane fisso nello stesso posto, ovvero la stanza dell’Istituto auxologico italiano, a Milano, attrezzata per questo tipo di sperimentazione. Che non è un nuovo videogioco ma un percorso di riabilitazione o cura personalizzato.
Il cammino verso la Cyber Terapia in questo Istituto – da sempre indirizzato allo studio, su basi genetiche e ambientali, di tutte le fasi dello sviluppo umano – è cominciato circa 20 anni fa, quando la tecnologia era ancora embrionale. Oggi è culminato con il debutto di due ‘Cave’, stanze dove si sperimenta la Telepresenza immersiva virtuale (Tiv). Ambienti avveniristici dedicati all’attuazione di programmi virtuali, a sostegno dell’intervento terapeutico, offrono la possibilità di riprendere in mano la propria vita alle persone colpite da ictus; ai pazienti schiacciati da ansia, fobie o stress che si mettono alla prova guardando in faccia le paure e le situazioni che scatenano i loro disturbi; agli anziani fragili con difficoltà motorie e cognitive che si misurano con le sfide della quotidianità e provano a riavvolgere il nastro di una demenza senile incipiente.
Il sogno di un’applicazione clinica della realtà virtuale ha radici lontane.
Questa tecnologia è stata sperimentata in principio per curare i disturbi di ansia dei soldati americani reduci di guerra”, racconta Giuseppe Riva, direttore del Laboratorio di tecnologia applicata alle neuroscienze all’interno dell’Istituto Milanese. Oggi, invece, può trovare ampia applicazione in forma agevolata anche in termini di strumentazione: “Usavamo i caschi immersivi – spiega Riva- mentre oggi il Cave consente di usare il potenziale della Tiv senza indossare altre tecnologie di supporto”.
Secondo Riva, nei prossimi 5 anni la Cyber Terapia avrà un impatto significativo sul settore dell’assistenza sanitaria. Creare per la prima volta i Cave dentro un ospedale è stato un percorso complesso “come complessa è questa ‘macchina’ finora presente solo alla Nasa e in qualche università. Su questo fronte – conclude Riva – l’Auxologico è all’avanguardia, avanti a grandi potenze scientifiche europee e statunitensi.”.
Un grande risultato per l’Italia.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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