Grazie alla scienza e alle sue continue innovazioni nel tempo, gli investigatori come ogni probabilità sono riusciti finalmente a risolvere il caso irrisolto della morte di Serena Mollicone. Un delitto, avvenuto 17 anni fa e rimasto senza colpevoli per così tanto tempo. “Serena Mollicone è stata uccisa all’interno della caserma dei carabinieri di Arce“. La conferma arriva dalla perizia condotta dai Ris sui frammenti di legno recuperati in caserma. Dopo aver effettuato l’ennesima autopsia sul corpo della vittima e sul nastro adesivo utilizzato per bloccarle mani e piedi, gli investigatori si sono convinti che quel materiale provenisse proprio dalla caserma, dove la ragazza si era recata a sporgere denuncia per uno spaccio di droga che avveniva nel paese e nel quale sarebbe stato coinvolto il figlio del comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo Franco Mottola.
A distanza di tanto tempo, i magistrati di Cassino dunque avrebbero fatto luce su questa drammatica vicenda alleviando il dolore dei familiari, in particolare del padre della giovane donna, che da sempre si era opposto all’archiviazione del caso.
Cosa avrebbero scoperto gli inquirenti? Che la giovane donna, dopo un litigio con il maresciallo Motta, comandante della stazione, sarebbe stata picchiata selvaggiamente e portata agonizzante nel boschetto di Anitrella, vicino al paese dove, scoperto che la ragazza era ancora agonizzante, il maresciallo e probabilmente qualcuno che era con lui l’avrebbero soffocata procurandone la morte. Sulla base di questa ricostruzione, gli inquirenti hanno accusato di omicidio volontario ed occultamento di cadavere l’ex comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo, il figlio Marco e la moglie Anna nonché il luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso morale nell’omicidio e per istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi (quest’ultimo presente in caserma il giorno della scomparsa della diciottenne e ritrovato poi morto suicida nel 2008). Insieme agli esecutori materiali dell’uccisione della giovane, il magistrato ha incriminato per favoreggiamento anche l’appuntato Francesco Suprano.
E.S.
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