A Tupolev Tu-154 stands on the tarmac of the Chkalovsky military airport north of Moscow, Russia January 15, 2015. Picture taken January 15, 2015. REUTERS/Dmitry Petrochenko
I sommozzatori russi hanno trovato una delle scatole nere dell’aereo precipitato la notte di Natale nel mar Nero, al largo della città di Sochi. Lo ha annunciato stamattina l’agenzia TASS.
I sub sarebbero riusciti a riportare in superficie stanotte, poco prima dell’alba, il dispositivo che registra i dati di volo dell’aereo. Questo potrebbe consentire di ricostruire almeno in parte la dinamica dell’incidente. La scatola nera è stata già trasportata a Mosca.
Secondo la stampa russa sarebbe stata almeno localizzata anche la seconda scatola nera, quella che registra le conversazioni tra i piloti e tutti gli altri suoni in cabina, montata nella sezione di coda dell’aereo. Sarebbero stati ritrovati anche i resti di altre vittime, portando a 15 il conto dei corpi recuperati fra ieri e oggi.
Il velivolo, un Tupolev Tu-154 con 92 persone a bordo fra equipaggio e passeggeri, si è inabissato pochi minuti dopo essere ripartito da uno scalo tecnico nell’aeroporto della città che ha ospitato i Giochi olimpici invernali del 2014. È sparito dai radar alle 5.25 locali, quando in Italia erano le 3.25 di notte. Partito da Mosca, era diretto a Latakia, la città sulla costa siriana che ospita un’importante base militare russa. Non ci sono stati superstiti. A bordo dell’aereo, tra gli altri, viaggiavano un gruppo di giornalisti e l’attivista umanitaria Jelizaveta Glinka. C’erano anche 64 membri del Coro dell’Armata Rossa, che si sarebbero dovuti esibire la notte di Capodanno per intrattenere le truppe russe impiegate nella guerra in Siria.
Sulle cause dell’incidente non è stata formulata ancora alcuna ipotesi ufficiale, e si spera che l’analisi delle scatole nere aiuti gli inquirenti. Il Cremlino ha escluso categoricamente che si possa essere trattato di un attentato. Restano aperte le piste del guasto tecnico o dell’errore dei piloti, che però erano entrambi molto esperti. La stampa russa ha ottenuto per vie non ufficiali una registrazione della conversazione fra l’equipaggio e la torre di controllo, ma non è stato possibile usarla per ricostruire granché: la comunicazione si interrompe all’improvviso nel momento in cui l’aereo scompare dai radar. Il massimo che se ne può dedurre è che l’incidente sia avvenuto in modo repentino, e che i piloti non abbiano avuto nemmeno il tempo di reagire.
Dotato di tre motori a reazione, in servizio dagli anni ’70, il modello Tu-154 della Tupolev è uno dei più usati per i voli a medio raggio nell’ex URSS e oggi nella Federazione russa. Da quando è in funzione è stato coinvolto in 39 incidenti, ma è considerato un modello particolarmente sicuro e affidabile: le avarie sono rarissime, a provocare gli episodi mortali sono più spesso le condizioni proibitive del meteo, le inefficienze nei sistemi di controllo del traffico aereo o l’uso dell’aereo in zone di guerra o comunque in presenza di gruppi armati.
Ciò nonostante, oggi il governo russo ha sospeso tutti i voli degli esemplari rimasti in servizio. A impiegarli ormai sono solo le forze dell’ordine e l’apparato militare di Mosca: il Tu-154 non è più impiegato nell’aviazione civile dal 2009.
F.M.R.
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