Con Papa Francesco la carità non va in vacanza: poiché, come ha riferito il suo elemosiniere, l’arcivescovo Konrad Krajewski «i poveri sono aumentati con questo caldo», i servizi igienici costruiti sotto il Colonnato del Bernini nei mesi passati – tre docce e una piccola postazione per il barbiere, inseriti nella ristrutturazione completa di una sezione dei bagni presenti sotto il Colonnato di destra- lavorano ogni giorno a pieno ritmo.
«Non ci sono vacanze per la carità e l’impegno per i poveri continua senza sosta», sottolinea il presule polacco descrivendo il lavoro dei volontari, delle suore di Madre Teresa, delle guardie svizzere per portare la carezza del Papa ai più piccoli e deboli dei fratelli: i poveri.
Davanti alle tre docce, realizzate dai tecnici e dalle maestranze del Governatorato della Città del Vaticano, ogni giorno fanno la fila per lavarsi circa 140 senza tetto che prima di accedervi ricevono un kit con asciugamano, rasoio e schiuma da barba, deodorante, dentifricio e spazzolino, nonché un cambio completo da indossare dopo la pulizia personale. La maggior parte materiale gratuito offerto da diverse ditte e persone che hanno voluto partecipare al progetto mentre il materiale mancante viene acquistato di volta in volta dalla Elemosineria Apostolica con il denaro ricavato della distribuzione delle pergamene con la Benedizione Papale.
A questa piccola ma coreografica, considerata la sede in cui si svolge, cerimonia di cura dell’igiene personale di chi ha eletto la strada come casa, si può assistere tutti i giorni: le docce infatti sono aperte per tutta la settimana dalle ore 7 alle 18, tranne il mercoledì che causa udienza generale l’apertura è posticipata alle ore 13.
A garantire la necessaria assistenza ai bisognosi, diversi volontari: le Suore di Madre Teresa di Calcutta, le Suore Albertine che prestano servizio nella Guardia Svizzera, le Vincenziane , l’Unitalsi della Sezione Roma e tanti altri volontari di Roma che hanno voluto offrire il loro tempo e la loro collaborazione. Il servizio di barberia, per chi ne faccia richiesta, è invece assicurato da diversi barbieri volontari e anche dagli studenti dell’ultimo anno di una scuola per parrucchieri di Roma.
Ma il ‘pronto intervento’ del Papa non si ferma qui. «Ci chiamano per tutte le emergenze, come è successo per gli eritrei alla Romanina, noi andiamo subito», dice ancora l’elemosiniere di Papa Francesco.
Intanto in Via dei Penitenzieri, a due passi da Via della Conciliazione e dalla Chiesa di Santo Spirito in Sassia, il dormitorio per i senza tetto è quasi pronto. I lavori sono in via di completamento e poi anche questa struttura sarà messa a disposizione di chi ha bisogno.
«La carità non è un semplice assistenzialismo e nemmeno un assistenzialismo per tranquillizzare le coscienze», aveva detto Papa Bergoglio in occasione del suo viaggio a Cagliari il 22 settembre 2013.
Quella realizzata quotidianamente in piazza San Pietro, sotto al porticato più bello e famoso del mondo, è proprio la carità secondo il suo stile: «Non neutra, asettica, indifferente, tiepida o imparziale – lo aveva detto nell’omelia ai nuovi cardinali il 15 febbraio scorso – ma contagia, appassiona, rischia e coinvolge». Una carità che, di questi tempi, se fosse epidemica darebbe soddisfazione a chi la fa e a chi la riceve.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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