C’è voluto l’intervento di Mario Draghi per invertire la pesantissima tendenza al territorio negativo registrata nei giorni scorsi da Piazza Affari. La chiusura della Borsa di Milano infatti è stata in forte rialzo, accelerando sul finale di una seduta sempre positiva.
Il Ftse Mib ha infatti chiuso a +4,2%, l’All Share a +3,94. Il dato significativo, però, viene dai titoli bancari che, dopo giorni neri, rimbalzano recuperando una parte delle perdite fatte registrare negli ultimi giorni. Tra questi proprio Mps fa registrare una significativa inversione di rotta, guadagnando oltre il 43% e riportando la propria capitalizzazione oltre i 2 miliardi di euro. Certo, non basta ad arginare le perdite subite dall’istituto senese da lunedì, ma al momento chiude la debacle e i rischi connessi all’asta di volatilità.
Il traino di questo rilancio finanziario lo hanno fatto le dichiarazioni del numero uno dell’Eurotower che oggi, in conferenza stampa, ha assicurato che a marzo la Bce rivedrà la sua politica monetaria.
La decisione di mettere mano al timone arriva alla luce del fatto che l’inflazione “resta più debole del previsto” e che sarà “molto bassa o negativa” nei prossimi mesi anche in considerazione della flessione del prezzo del petrolio.
Questo rende “necessario riesaminare e riconsiderare la propria politica monetaria al prossimo vertice con le nuove proiezioni macroeconomiche, che copriranno anche il 2018”.
L’obiettivo da raggiungere “con determinazione” è quello di riportare l’inflazione verso il 2% e “non c’è limite a quanto possiamo estendere” l’utilizzo degli strumenti previsti dal mandato della Bce, ha spiegato ancora Draghi, che si è anche detto “assolutamente fiducioso” del fatto che non ci siano “limiti tecnici” alle misure che si potranno utilizzare.
Grande attenzione, da parte della Bce, viene rivolta ad evitare una ipotetica “spirale al ribasso” dei prezzi legata alla flessione del greggio. “Dobbiamo essere molto vigili – ha spiegato Draghi – qualora perdurino bassi prezzi del petrolio, che da dicembre è calato del 40%, si potrebbero registrare effetti di secondo livello” su altri prezzi “che avrebbero bisogno di azioni decise”.
Serve, dunque, un equilibrio generale dei flussi economici. Per questa ragione il numero uno della Banca Centrale ha invitato a rispettare le regole fiscali comunitarie in quanto “il Patto di Stabilità e Crescita è cruciale per preservare la fiducia nell’Eurozona”.
Draghi ha sottolineato anche che le politiche fiscali dell’Eurozona sono diventate “più espansive”, anche a causa delle risorse mobilitate per migranti e rifugiati che rappresentano, in ogni caso, un momento di “sviluppo straordinario che cambierà il volto della nostra società e dell’Europa come la conosciamo oggi”.
“È nelle nostre mani l’opportunità di trasformare questo sviluppo in un’occasione di crescita futura per l’Europa”, ha aggiunto ancora.
In ogni caso, Draghi fuga i dubbi circa un ipotetico quadro di instabilità finanziaria “come prima della crisi”. In questo senso, “tutte le azioni prese hanno prodotto un settore bancario più forte di prima della crisi. Non dobbiamo compiacerci, ma la direzione presa dai mercati finanziari e dalle materie prime in altri tempi ci avrebbe severamente puniti”.
Un passaggio, poi, anche sulle banche. Draghi ha chiarito che la richiesta di informazioni sui crediti deteriorati, richiesta sulla quale c’è stata una “percezione decisamente confusa”, “non è stata inviata solo agli istituti di credito italiani” e ha ricordato, citando l’esempio dell’Irlanda, che il problema dei npl “non richiede un breve periodo ma anni”.
Quanto ai livelli degli accantonamenti, quelli delle banche italiane “sono in media simili” a quelli delle altre banche dell’Eurozona e forniscono un “livello adeguato di garanzie collaterali” tanto da non far prevedere “nessuna nuova richiesta inattesa di aumentare il capitale o stanziare accantonamenti” dagli organismi di supervisione bancaria dell’Eurozona.
Parole che, come detto, hanno dato nuova linfa alle contrattazioni e ai mercati. L’euro, che aveva aperto abbondantemente sopra quota 1,09 dollari, è sceso sotto quota 1,08, e tutte le borse del vecchio continente hanno fatto registrare importanti accelerazioni. Londra ha chiuso a +1,77, Francoforte a +1,94, Madrid a +1,97. Positive, al momento, anche Dow Jones (+1,42) e Nasdaq (+1,07).
“Benissimo le parole di Draghi, oggi e’ andata meglio”, ha commentato il premier Matteo Renzi dal salotto di Porta a Porta. “Molto difficile aspettarsi qualcosa dai mercati perchè sono volubili. Negli ultimi giorni si è scaricata su alcune banche italiane una serie di tensioni difficili da leggere” ha aggiuto ancora. “Stamattina, dopo l’incontro con il governatore e il ministro dell’economia e dopo le parole della delegata delle banche della commissione Ue, che ha detto che non ci sono ulteriori interventi richiesti, immaginavo che le cose andassero meglio”
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