A un anno esatto dall’approvazione della legge che vieta la prostituzione su strada, Zurigo ha messo in atto un nuovo metodo per favorire l’esercizio della professione più antica senza dare scandalo e fastidio ai cittadini.
All’interno di una vecchia area industriale dismessa sono state collocate strutture in legno dotate di un parcheggio coperto, attrezzate di tutto punto con bagni, docce e armadietti sorvegliati. In questi spazi, una sorta di box senza porta, le professioniste del sesso, previa richiesta di permesso e pagamento della tassa fissata, hanno la possibilità di esercitare in tutta libertà potendo usufruire all’occorrenza, anche di un centralino attraverso il quale chiede aiuto se si dovesse presentare una situazione di pericolo.
Per la sicurezza di tutti la zona è sorvegliata almeno nelle ore di apertura, dalle 19 alle 5 di mattina, da pattuglie della forze dell’ordine. Assenti invece le telecamere sia a tutela della privacy del cliente, sia perché con la presenza della polizia non ve n’è bisogno.
In questo drive-in del sesso possono lavorare solo prostitute maggiorenni che devono essere anche in grado di pagare una quota di 40 franchi all’anno (32 euro) e cinque franchi al giorno (4 euro) di tasse per contribuire al mantenimento della struttura che è già costata 2,4 milioni di franchi svizzeri e per il mantenimento della quale si prevede una spesa di altri 700 mila l’anno.
La Svizzera non è in primo Paese ad utilizzare questo metodo che togliendo dalla strada l’adescamento assicura alla città decoro e sicurezza, garantendo al tempo stesso le ‘lavoranti’ il controllo di personaggi malavitosi che ne sfruttano la professione. Diverse città della Germania e dei Paesi Bassi hanno già provveduto a creare strutture similari alle quali il paese elvetico si è ispirato.
In Svizzera la prostituzione è legale dal 1942 e i drive-in sono stati richiesti da molti cittadini per allontanare le prostitute dal centro e avere maggiore sicurezza. “È solo un esperimento, ma era necessario trovare una soluzione ” commenta Jean-Marc Hensh, un commerciante che si lamentava di quanto la prostituzione creasse problemi di decoro e igiene nel centro della città.
“Non possiamo eliminare il problema della prostituzione, ma possiamo ridurre la violenza e lo sfruttamento” , secondo Michael Herzig del dipartimento affari sociali del comune di Zurigo. La prostituzione resta sempre prostituzione”. Il progetto dei drive-in del sesso, comunque procede e, anche su un tema così scottante, la Svizzera mostra come sia possibile avere un approccio maturo alle questioni controverse.