Tre ore di riunione a palazzo san Macuto, e infine la Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi rende noti i primi 4 nomi della lista degli impresentabili che non avrebbero dovuto essere inseriti tra i candidati alle prossime elezioni regionali e amministrative. Sono tutti pugliesi: il prim, l’imprenditore Fabio Ladisa, appartiene alla lista «Popolari con Emiliano» che appoggia il candidato del Pd ed ex sindaco di Bari. La Commissione precisa che «è stato rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata estorsione (e altro), commessi nel 2011, con udienza fissata per il 3.12.2015». E anche il candidato presidente del centrosinistra in Puglia, Michele Emiliano, «preso atto della comunicazione della Commissione nazionale Antimafia, ha chiesto al coordinatore della lista Udc, Realtà Italia, Centro democratico» di ritirare Ladisa. Degli altri tre impresentabili due appoggiano il candidato fittiano Francesco Schittulli, ex presidente della provincia di Bari. Sono: Enzo Palmisano, medico, accusato per voto di scambio (anche se poi il procedimento era andato prescritto) e Massimiliano Oggiano, commercialista, della lista «Oltre» (per lui accuse attinenti al 416 bis e al voto di scambio con metodo mafioso, è stato assolto in primo grado e pende appello, la cui udienza è fissata per il 3 giugno 2015). Il quarto impresentabile è Giovanni Copertino, ufficiale del corpo Forestale in congedo, accusato di voto di scambio (anche se poi era stato tutto prescritto, contro tale sentenza pende la fase di appello ), consigliere regionale Udc, in lista invece con Adriana Poli Bortone, candidata di Forza Italia.
I nomi degli impresentabili che riempiono le liste delle regionali per la Campania e che già si sa essere più numerosi, verranno invece resi noti venerdì prossimo: le carte giudiziarie sono arrivate con grande ritardo e ‘organismo parlamentare presieduto dalla Bindi non ha avuto il tempo di completarne la verifica.
Nel comunicato stampa ufficiale della Commissione antimafia si precisa comunque che per la Regione Liguria «non sono emersi casi che rientrano nelle previsioni del codice». Per le altre regioni, invece, i dati sono ancora parziali. L’elenco stilato dalla Commissione antimafia si basa sul codice di autoregolamentazione per i partiti, che l’Antimafia ha approvato all’unanimità il 23 settembre 2014 e che li invita a non candidare “soggetti che risultano coinvolti in reati di criminalità organizzata, contro la Pubblica amministrazione, di estorsione e usura, di traffico di sostanze stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti” e in altre “gravi condotte”, come le definisce il testo.
E’ in corso da quasi tre ore a palazzo San Macuto l’ufficio di presidenza della commissione bicamerale Antimafia, presieduto da Rosy Bindi, in cui viene discussa la lista con i nomi dei candidati impresentabili alle regionali del 31 maggio. Il documento, redatto con l’ausilio di quattro consulenti, non è vincolante ai fini delle candidature per le elezioni del 31 maggio. Il testo di riferimento è il codice di autoregolamentazione dei partiti e delle formazioni politiche che prevede la non candidabilità per chi è stato rinviato a giudizio per i reati di stampo mafioso (416 bis del codice penale) e per i cosiddetti reati spia: racket, usura, riciclaggio, traffico di esseri umani, traffico di rifiuti, ma non falso in bilancio.
I partiti, intanto, sono in fermento in attesa della lista contenente i nomi, tra i dieci e i venti. Per ora si sa che ce ne sono sicuramente quattro in Puglia e nessuno nelle regioni del centro-nord, ossia Liguria, Marche, Toscana e Veneto. Si tratta di Fabio Ladisa della lista “Popolari con Emiliano” che sostiene il candidato dem Michele Emiliano. Su di lui pendono accuse legate all’articolo 416 bis del codice penale. Degli altri tre impresentabili due appoggiano il candidato fittiano Francesco Schittulli e uno Adriana Poli Bortone, in corsa con Fi. Col primo ci sono Enzo Palmisano, medico, accusato di voto di scambio e Massimiliano Oggiano, commercialista, della lista ‘Oltre’. Con la Poli Bortone c’è Giovanni Copertino, ufficiale del corpo Forestale in congedo, accusato di voto di scambio. Per gli ultimi due i reati erano andati prescritti.
La verifica della Commissione è stata fatta prendendo in considerazione il codice di autoregolamentazione per i partiti, che l’Antimafia ha approvato all’unanimità il 23 settembre 2014 e che invita a non candidare “soggetti che risultano coinvolti in reati di criminalità organizzata, contro la Pubblica amministrazione, di estorsione e usura, di traffico di sostanze stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti” e in altre “gravi condotte”, come le definisce il testo. Quindi sono stati richiesti alle varie prefetture gli elenchi dei candidati alle prossime elezioni del 31 maggio, poi incrociati con i dati su rinvii a giudizio e carichi penali pendenti, grazie ai magistrati e agli ufficiali di collegamento con i corpi dello Stato. Sono stati indicati i candidati sottoposti a misure di prevenzione, rinviati a giudizio o condannati in primo grado per reati gravi, che vanno dall’associazione mafiosa all’estorsione. E alla fine il verdetto. Per ora i primi quattro.
Nell’elenco degli ‘impresentabili’ non ci sarà nessun esponente del Partito democratico, secondo quanto dichiarato dal vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini. Anche il premier Matteo Renzi lo ha ribadito in un’intervista all’emittente Canale 21, dove ha dichiarato: “Con grande chiarezza dico che il partito democratico nelle sue liste per le regionali non ha alcun impresentabile”.
Anche la Lega Nord è orgogliosa delle sue liste. Il segretario Matteo Salvini ha dichiarato infatti: “Sono orgoglioso delle mie liste, delle donne e uomini della Lega. Se qualcun altro ha candidato gente strana ne risponderà. Io rispondo delle mie liste. Spero che i nostri alleati abbiamo fatto la stessa pulizia”.
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