I test sul Dna confermano che l’errore all’ospedale romano Sandro Pertini c’è stato. La donna che ha denunciato il clamoroso scambio di embrioni sta quindi portando avanti una gravidanza con due gemelli biologicamente non suoi È stata invece individuata la coppia che presenta “compatibilità genetica”, escludendo tutte le altre coppie coinvolte.
In un comunicato la Asl Roma B, dalla quale dipende la struttura incriminata, rende noto che
“I risultati delle analisi predisposte dalla Commissione interistituzionale istituita ed eseguite dal prof. Novelli Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e dalla sua èquipe in collaborazione con la prof.ssa Grammatico della Sapienza/San Camillo confermano l’incompatibilità genetica riscontrata presso il Centro Sant’Anna della ASL RMA ed hanno dimostrato la compatibilità genetica con una delle coppie coinvolte nella seduta interessata. Alle due coppie coinvolte va tutta la nostra sincera solidarietà garantendo loro tutta l’eventuale assistenza professionale. I risultati delle analisi effettuate unitamente ai riscontri procedurali delle operazioni svolte durante la seduta di trasferimento degli embrioni escludono il coinvolgimento delle altre coppie che sono state prontamente informate. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi la Direzione di concerto con la Commissione interistituzionale, ha provveduto alla nomina di un nuovo responsabile della struttura della Procreazione Medicalmente Assistita, rafforzato le procedure e confermato il fermo degli arruolamenti, riservandosi l’adozione di tutti gli ulteriori provvedimenti ritenuti necessari anche alla luce dell’indagine ministeriale”.
Rimane ora un dramma di non facile soluzione: la donna che sospettava di essere la madre genetica degli embrioni scambiati ieri aveva fatto sapere che, dopo le dovute conferme, avrebbe lottato per riavere i figli, una volta partoriti. Ma
«la legge dice che figlio è di chi lo partorisce», quindi la mamma che sta portando avanti la gestazione «non rischia di perdere i figli. Può perderli solo se decide di interrompere la gravidanza», mentre «la mamma genetica non ha nessun titolo, dal punto di vista giuridico, di rivendicare nulla», spiega il giudice costituzionale Ferdinando Santosuosso.
Si profila pertanto battaglia legale dura, dagli esiti tutti da stabilire.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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