Auto a 30 km all’ora in città e 2 gradi in meno negli ormai non più freddi periodi invernali sia nelle case che negli uffici. Sono questi i provvedimenti che il governo ha varato per abbassare il livello di inquinamento nelle grandi città. Il fermo delle auto per tre giorni a Milano e il ripiego sulle targhe alterne a Roma non hanno sortito l’effetto desiderato e mentre a Napoli, proprio oggi,il sindaco De Magistris ha disposto lo stop delle auto dall’1 all’8 gennaio prossimi e la riduzione della temperatura degli ambienti riscaldati a 18° negli edifici civili e 17° negli edifici industriali e similari. dall’incontro di ieri tra governatori, sindaci e ministro dell’Ambiente Galletti sono scaturite alcune decisioni da concretizzare nell’imminenza prima fra tutte lo stanziamento di un fondo da dodici milioni di euro subito disponibile per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa.
In caso di sforamento per più di 7 giorni consecutivi dei limiti di smog, i comuni possono – “per me devono ma devono essere i sindaci a decidere”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Galletti – decidere: l’abbassamento delle temperature del riscaldamento di 2 gradi, limitare la velocità di circolazione di -20km/h, fare sconti sui mezzi pubblici.
Basta con i provvedimenti tampone, attuati nei giorni scorsi a Milano e a Roma, che si sono rivelati inefficaci per le percentuali di PM10 ed altri agenti che nuocciono alla salute soprattutto di bambini e anziani: le centraline del capoluogo lombardo hanno registrato una lieve diminuzione delle polveri inquinanti solo al terzo giorno. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni riconosce che i “blocchi estemporanei non servono” mentre ci vogliono 2 miliardi per misure strutturali come il potenziamento del trasporto pubblico locale e gli incentivi per vietare nella regione veicoli inquinanti.
Mentre per il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna “è necessario pensare ad un fondo straordinario per tutto ciò che serve per rottamare le auto più inquinanti, un fondo che dovrà avere una posta certa, a cui le Regioni dovranno contribuire per come potranno fare. Incentivare la sostituzione mezzi è importante per ridurre le emissioni”, il premier Renzi ha fissato un obiettivo: “Nell’arco di un paio di anni, passare da 2.000 centraline di ricarica elettrica a 20.000, rinnovare il parco autobus ed efficientare le case popolari”. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi chiede di “cambiare la normativa” sul conteggio dei giorni di sforamento del tetto delle polveri sottili, non ripartendo ogni volta dal capodanno, ma “considerando sempre i 365 giorni precedenti”.
Anche i medici bocciano restrizioni a macchia di leopardo: “Servono politiche unitarie”, afferma il Presidente della Società Italiana di Igiene (SItI) Carlo Signorelli. Ma anche il singolo cittadino possa intraprendere azioni per difendersi dai rischi sanitari degli inquinamenti, soprattutto quelli a breve termine che possono causare effetti sull’apparato respiratorio, come irritazioni e infezioni, e sul sistema cardiovascolare, come diversi recenti studi hanno dimostrato. Questo decalogo illustra alcune misure che ciascuno di noi può adottare:1- Niente jogging e attenti alle biciclette – Le lunghe esposizioni all’aria aperta nelle aree inquinate sono pericolose per la salute. Le attività fisiche e sportive in questi casi moltiplicano il pericolo perché aumentano anche di 10-20 volte il ritmo respiratorio. Ci riferiamo al jogging ma anche alle pedalate e pattinate: ottime in generale le biciclette ma in questi giorni serve più attenzione.
3 – Bambini: meglio a casa – Nei passeggini in città, a 30-50 cm. dal suolo, c’è la più alta concentrazione di inquinanti. Evitare quindi passeggiate dei bambini nelle aree a maggior traffico. Meglio i parchi e, per chi se lo può permettere, qualche giorno al mare o in montagna.
4 – Anziani e donne in gravidanza più a rischio – Oltre ai bambini le precauzioni individuali devono essere applicate con il massimo rigore anche agli anziani, alle donne in gravidanza, a coloro che manifestano affezioni respiratorie e cardiache e in generale ai malati cronici. Per questi ultimi il consiglio è, se possibile, di evitare le aree inquinate.
5 – Fumo e inquinamento miscela esplosiva – Le sigarette peggiorano la situazione per chi le fuma e anche per chi li circonda. Ci sono studi che legano i danni dell’inquinamento atmosferico alla sinergia con il fumo di sigaretta. Un’occasione per ridurre il fumo (che fa sicuramente più male dell’inquinamento).
6 – Finestre chiuse ai piani bassi – L’inquinamento esterno penetra nelle abitazioni soprattutto ai piani bassi nelle aree urbanizzate. Meglio i serramenti a tenuta, finestre chiuse sulle strade con traffico e ventilazione degli ambienti dai cortili interni o quando gli inquinanti calano: di notte e nelle ore a minor traffico.
7 – Prese d’aria lontane dal traffico – Per la stessa ragione è bene evitare di collocare bocchette di condizionatori e impianti di ventilazione in corrispondenza delle vie a circolazione intensa.
8 – Nell’abitacolo dei veicoli ricircolo dell’aria – Azionare gli appositi impianti di ricircolo dell’aria (quasi tutti i veicoli ne sono provvisti) durante la circolazione in aree urbane inquinate, specie quando si è in coda o in gallerie. Ma attenzione. Solo per il tempo strettamente necessario e in questi casi bisogna assolutamente evitare di fumare in auto perchè può essere dannoso.
9 –Riscaldamento moderato – I termostati, che tutti dovrebbero avere per legge, consentono di regolare la temperatura delle abitazioni a 19-20 gradi, che sono sufficienti per garantire il completo benessere termico del nostro organismo. E quando si lascia la casa per qualche giorno mettere al minimo gli impianti il che porta a vantaggi economici e ambientali.
10 – Migliorare la cultura ambientale e il proprio stile di vita – Revisioni periodiche di caldaie e veicoli, maggior uso dei mezzi pubblici, rispetto dei divieti per gli impianti di combustione, raccolta differenziata dei rifiuti, uso dei veicoli elettrici e, naturalmente, alimentazione sana e attività motoria. Sono comportamenti individuali che aiutano a contenere un grave problema ambientale e a migliorare la propria salute. Al resto devono pensare le istituzioni.
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