Eravamo abituati ai colpi di scena dell’ultimo minuto, soprattutto da parte del presidente biancoceleste Lotito, ma quello che è accaduto nell’ultimo giorno utile della finestra invernale del calciomercato su entrambe le sponde del Tevere ha del grottesco, per usare un eufemismo. Cominciamo dalla Lazio: come da tradizione, Lotito, ormai avvezzo a chiudere le operazioni a fil di sirena, era riuscito a concludere la laboriosa trattativa per portare nella Capitale il giovane talento brasiliano Felipe Anderson. Un’operazione che aveva preso quota nelle ultime quarantotto ore, dopo il via libera del Milan, più che appagato dall’arrivo di SuperMario Balotelli, ma che si era notevolmente complicata a causa della con titolarità del cartellino del giocatore, per il 70% di proprietà del Santos e per il restante 30% di un fondo inglese. Raggiunto l’accordo con il club che fu di Pelè, restava da convincere gli inglesi. L’affare si era chiuso sulla base di circa 7,5 milioni di euro pagabili in tre anni più il 30% sulla futura vendita. Alle ore 18.57, Calveri, segretario generale biancoceleste, entrava nel box dell’Ata Hotel, sede ufficiale del mercato, con il fiatone per esser riuscito nell’impresa di depositare il contratto del giocatore appena tre minuti prima del gong. All’ultimo tuffo e con l’affanno, quindi. Come già avvenuto per Candreva 12 mesi orsono. Ma mancava un ultimo, decisivo dettaglio: il fax di ritorno del Santos con cui il club paulista confermava l’assenso al trasferimento già dato per via telefonica. Affare saltato! Si sarebbe trattato di un acquisto di notevole importanza che avrebbe mutato del tutto il giudizio su un mercato, quello biancoceleste, che, con l’eccezione dell’acquisto del laterale destro portoghese Pereirinha, è stato unicamente all’insegna delle cessioni necessarie per sfoltire un organico sovrabbondante e per effettuare tagli sull’onerosa voce “stipendi”. Sono partiti, infatti, Rocchi e Carrizo (il cui approdo all’Inter è stato anticipato di una sessione), Matuzalem, Sculli, Scaloni, Zauri e sempre in attesa della conclusione della trattativa che dovrebbe portare Maurito Zarate alla Dinamo Kiev ( il mercato in Ucraina chiude i battenti il 28 febbraio, ndr).
Sponda Roma: dopo il tormentato rinnovo della fiducia ( a termine?) al tecnico Zeman, nonostante più di un mugugno nello spogliatoio, e dopo il mancato decollo dell’operazione che avrebbe dovuto condurre De Rossi al Psg e Verratti a Roma, ben felice di riabbracciare il suo mentore, si è consumata la vicenda surreale che ha visto come protagonista involontario Stekelenburg. Il portierone olandese, già in volo per Londra, dove avrebbe dovuto firmare il contratto con il Fulham, è approdato nella capitale britannica senza sapere che, nel frattempo, la Roma non era riuscita a rimpiazzarlo con Viviano stante il veto posto dalla Fiorentina. Peccato che, per ovvi motivi, il giocatore, in volo, non poteva essere più raggiunto telefonicamente. Il mercato giallorosso si chiude così con la sola acquisizione del laterale greco Torosidis. Siamo nel 2013, ma sotto il Cupolone le lancette degli orologi sembrano ferme.
Daniele Puppo
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