Nessun premio, nessuna cerimonia. Termina così la decima edizione della Festa del Cinema di Roma, senza troppi clamori, dopo otto giorni di proiezioni, eventi, incontri, omaggi e retrospettive. Una festa ricchissima ma per un pubblico selezionato di appassionati. Saranno Paola Cortellesi e Carlo Verdone, nuova coppia di successo del cinema italiano, a salutare l’evento durante l’ultimo degli incontri ravvicinati.
Non sono film da grandi incassi quelli selezionati da Antonio Monda, direttore artistico, per la decima Festa del Cinema. Anche se le proposte sono state tante, 37 per l’esattezza e da 24 paesi diversi del mondo. La varietà e l’impegno artistico hanno caratterizzato la maggior parte dei film proposti nella selezione ufficiale. Si passa da grandi attori come Cate Blanchett in Truth a grandi registi come Pablo Aguero, già premiato dalla critica a Cannes, in Eva no duerme. Tante le proposte italiane, interessanti e originali come quella di Gabriele Mainetti in Lo chiamavano Jeeg Robot, particolari come quella di Sergio Rubini in Dobbiamo parlare, multiformi e complesse come Alaska di Claudio Cupellini. Alcune rivelazioni inaspettate e interessantissime giungono dal cinema straniero, come Land of mine del danese Martin Zandvilet, un film crudo ma toccante, Room, commuovente lavoro dell’irlandese Lenny Abrahamson o Little bird del russo Vladimir Beck. Ci sono state anche ottime produzioni americane che forse però non vedremo nelle sale italiane, come Experimenter di Micheal Almereyda.
E poi tanti documentari di pregio che spaziano da un argomento all’altro. Particolarmente interessante Junun di Paul Thomas Anderson, una piacevole esperienza sia al livello visivo che musicale, e Ouragan, documentario in 3D che coinvolge nell’affascinante viaggio di un uragano.
Affollatissimi, ancor più che le proiezioni, sono stati gli incontri ravvicinati, da Jude Law a Paolo Sorrentino, passando per Renzo Piano per arrivare a Carlo Verdone e Paola Cortellesi, si può parlare di serate ben riuscite. Inaspettatamente divertente è stato quello con Riccardo Muti, straordinario e poliedrico professionista della musica, anche amante del cinema.
Una festa variegata e alla ricerca della qualità. Sono state 313 le proiezioni per 35.000 i biglietti venduti. Tuttavia il bilancio finale, ammette Lucio Argano, direttore generale della Fondazione Cinema per Roma, non è del tutto positivo. Gli ingressi e di conseguenza gli incassi rispetto alla passata edizione sono diminuiti, dai 292.831 euro del 2014 ai 215.851 euro di quest’anno. Eppure il direttore artistico, Antonio Monda, non si scompone troppo di fronte a queste cifre, ricorda l’assenza, fortemente penalizzante , della terza sala dell’Auditorium, la Santa Cecilia, che ha tolto alla festa la disponibilità di 13.000 posti.
Di fronte alle critiche per l’approccio un po’ sottotono che la sua direzione ha dato alla Festa, Monda si difende: “Per me “festa” significa celebrare l’essenza del cinema, non coriandoli e lustrini.” e chiarisce “Il cinema è condividere in uno spazio al buio un’emozione che viene narrata sullo schermo“. E quando gli viene posto il confronto con gli altri grandi Festival del cinema temporalmente assai vicini a questo, come quello di Londra e Torino, Monda ribadisce con fermezza: “Di fronte ai tanti eventi sul cinema che riempiono l’intero arco dell’anno, la soluzione non è trovare date diverse, ma cambiare formula, cambiare partita, offrendo più qualità e meno passerelle e premi. Finché ci sarò io come direttore il premio non ci sarà“. A proposito di qualità il direttore annuncia che per il prossimo anno intende intensificare ancor di più l’offerta degli incontri e non nasconde di aver voluto rifiutare, per la selezione dei film di questa edizione, due lavori che vantavano la partecipazione di grandi star internazionali, perché, spiega, “Si trattava di film brutti, anche se mi avrebbero permesso di avere alla Festa un divo australiano ed una messicana. Ma non chiedetemi di più, non dirò altro nemmeno sotto tortura!”.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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