Firenze dichiara guerra alle slot machine. Sale gioco, centri scommesse e bar aperte massimo sei ore al giorno. Lo ha deciso il sindaco Dario Nardella che in una conferenza stampa a Palazzo Vecchio parla di quella che ha definito una vera e propria “piaga”.
“Una vera e propria malattia- sottolinea il primo cittadino- con i numeri di un’epidemia che tocca tutte le fasce sociali e di eta’”. Nardella ha presentato anche una delibera e un’ordinanza per limitare orari ma anche aperture e funzionamenti delle slot e video lottery.
Cosa cambia. Ora non basterà più la Scia (la segnalazione certificata di inizio attivita’) ma si dovrà prima ricevere l’autorizzazione comunale. Dalla prossima settimana le slot machine (anche quelle nei bar) funzioneranno solo sei ore e non 12 (potranno restare in funzione dalle 12 alle 24 e dalle 16 alle 22). Per quanto riguarda le video lottery, potranno essere accese solo dalle 16 alle 20 (quindi solo 4 ore in tutta la giornata).
Inoltre, l’ordinanza amplia ache la normativa regionale che vieta l’apertura di spazi per il gioco a meno di 500 metro da scuole, chiese, istituti ricreativi, circoli sportivi e residenziali. Ora il divieto è esteso anche a “strutture di accoglienza, ai centri anziani, alle mense sociali e mense diffuse, agli alloggi volano e di accoglienze di secondo livello”.
Multe salate per chi non rispetta gli orari e regolamenti. La cifra minima passa dai 25 ai 200 euro mentre il massimo per legge arriva a 500.
Non si tratta di facili allarmismi, sottolinea il sindaco, riprendendo i dati dello studio pubblicato dalla Comunita’ delle Piagge e dal laboratorio politico Cantieri solidali. I numeri parlano chiaro: alle Piagge, nella periferia nord di Firenze, vi è una slot machine ogni 65 abitanti mentre la media nazionale è di una ogni 166. A rivolgersi ai Sert (Servizi per le tossicodipendenze) sono stati 123 persone nel 2010 mentre appena un anno fa erano quasi il doppio (222). E la situazione è ancora più grave se si pensa che molti non si presentano a farsi aiutare.
“La verita’ e’ che le patologie sono molte di piu’, poi pero’ subentra la vergogna, si sottovaluta il problema, oppure le maglie della dipendenza sono troppo strette per chiedere aiuto” ha affermato Adriana Iozzi responsabile del responsabile Sert-C di via Lorenzo il Magnifico.
E non è detto che gli uomini siano i più colpiti anche se i dati parlano di 8 casi su 10 che riguardano proprio loro.“Spesso le prime a venire nei nostri centri- ha raccontato Iozzi – sono le donne, moglie, mamme o sorelle di uomini malati” ma “succede raramente con i mariti o in generale con gli uomini. Per questo possiamo dire tranquillamente che anche per quel che riguarda il mondo femminile c’e’ un incremento delle problematiche”.
Le fasce d’età più colpite? Quella che va dai 45 agli over 60 e quella che va dai 35 ai 39 anni.
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