Santa Sede e Italia hanno sottoscritto una Convenzione in materia fiscale. La firma stamani alla Segreteria di Stato vaticana. Ad apporla sono stati monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze, provvisto dei pieni poteri. L’accordo, che entrerà in vigore con la ratifica delle rispettive giurisdizioni (da parte del Vaticano, di fatto, è già ratificato), prevede il pagamento delle imposte sulle rendite finanziare a partire dal 2014.
Un bollettino vaticano spiega che “in linea con il processo in atto verso l’affermazione a livello globale della trasparenza nel campo delle relazioni finanziarie, la Convenzione recepisce il più aggiornato standard internazionale in materia di scambio di informazioni (articolo 26 del Modello OCSE) per disciplinare la cooperazione tra le autorità competenti delle due Parti contraenti. Lo scambio di informazioni riguarderà i periodi d’imposta a partire dal primo gennaio 2009. La Convenzione, a partire dalla data di entrata in vigore, consentirà il pieno adempimento, con modalità semplificate, degli obblighi fiscali relativi alle attività finanziarie detenute presso enti che svolgono attività finanziaria nella Santa Sede da alcune persone fisiche e giuridiche fiscalmente residenti in Italia. Gli stessi soggetti potranno accedere ad una procedura di regolarizzazione delle stesse attività, con i medesimi effetti stabiliti dalla legge n. 186/2014″.
L’accordo, precisa la sala stampa vaticana, non rientra nell’ambito della voluntary disclosure (pacificazione fiscale, ndr) poiché il Vaticano non è in alcuna “black list” e non va pertanto apparentato ai recenti accordi che l’Italia ha siglato con Svizzera o Lichtenstein. La Convenzione attua, inoltre, quanto previsto dal Trattato del Laterano relativamente all’esenzione dalle imposte per gli immobili della Santa Sede indicati nello stesso Trattato. Infine, è integrato nella Convenzione lo Scambio di note del luglio 2007 tra il Ministero degli Affari Esteri e la Segreteria di Stato, che prevede la notifica per via diplomatica degli atti tributari ad enti della Santa Sede. Il testo dell’accordo sarà pubblicato domani sul sito internet della Sefreteria di Stato vaticana.
È “un significativo passo della Santa Sede verso l’obiettivo della massima trasparenza nel campo delle relazioni finanziarie – spiega monsignor Paul Richard Gallagher – L’intesa comporta una semplificazione nel pagamento delle imposte sulle rendite prodotte dalle attività finanziarie in Vaticano. In questo modo, si potrà da un lato agevolare le attività di riscossione delle autorità fiscali italiane e dall’altro offrire un importante servizio a tutte quelle persone, sia fisiche che giuridiche, residenti in Italia ma che per motivi di natura ecclesiale detengono attività finanziarie nel territorio vaticano”.
Soddisfatto anche il ministro Pier Carlo Padoan, secondo il quale “è un passo avanti importante” che prosegue sulla strada della trasparenza fiscale e “rafforzerà il meccanismo della voluntary disclosure”. Padoan ha fatto anche notare che “l’Italia è il primo Paese con cui il Vaticano fa un accordo di questo genere”.
Secondo l’Osservatore Romano la sottoscrizione di questa Convenzione “dimostra anche la complessiva idoneità del proprio sistema istituzionale e giuridico a sostenere in modo efficace il confronto con i più elevati parametri internazionali in materia. Il traguardo raggiunto – si sottolinea – è in buona parte frutto dell’impegno internazionale profuso dalla Santa Sede nei settori della trasparenza, della vigilanza e dell’informazione finanziaria, che ha consentito la realizzazione di significative riforme, accolte – si ricorda – da un consenso diffuso da parte degli operatori internazionali”.
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