Più che uno sciopero, la terza giornata che ha visto un movimento di giovani uniti nel manifestare la preoccupazione planetaria per il clima è la risposta che ci si aspetta davanti a previsioni catastrofiche che riguardano il futuro di tutti. Fridays For Future, ispirato da Greta Thunberg, la ragazzina svedese che non si fa scrupoli a proporre o accettare un faccia a faccia con i potenti della terra, e’ stato un successone. Al richiamo di Greta hanno risposto 160 città italiane con cortei di studenti e comizi collettivi per il terzo Sciopero globale del clima, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio.
Lo ‘sciopero’ di venerdì, benedetto dal neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che con una circolare ha invitato i presidi delle scuole a giustificare l’assenza degli studenti che sono scesi in piazza, e’ stata la conclusione della #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il clima indetta da Fridays For Future in tutto il mondo. La settimana è cominciata venerdì 20 settembre, con manifestazioni in 130 paesi nel mondo che, secondo gli organizzatori, hanno coinvolto 4 milioni di persone complessivamente.
Folle oceaniche si sono viste negli Stati Uniti, in Germania (1,6 milioni di manifestanti secondo FFF) e in Australia. Gli attivisti italiani hanno scelto la data del 27, insieme ad altri 26 Paesi dei vari Continenti.
A Roma, al liceo Orazio la preside Maria Grazia Lancellotti ha dichiarato per l’Istituto “lo stato di emergenza climatica ed ecologica”. Una proclamazione drastica resa nota non solo agli studenti, ma anche ai genitori e al personale scolastico tutto. In virtù di tale dichiarazione, la preside ha annunciato l’impegno a “ridurre, fino ad eliminare, i consumi di bottigliette di plastica, sostituendole con borracce e distributori d’acqua; promuovere e rispettare la raccolta differenziata, il riciclo e percorsi di divulgazione scientifica; incrementare l’uso di prodotti per le pulizie biodegradabili”. “Al di là di qualsiasi insostenibile negazionismo scientifico, evidenze scientifiche sperimentali e la semplice osservazione empirica, ripetuta nel tempo, mostrano condizioni crescenti di degrado ambientale di tutto quel che riguarda l’ecosistema – scrive la preside -. Conoscenza, consapevolezza e partecipazione democratica sono la miglior garanzia per arginare e, possibilmente, invertire questo processo”.
Al ministro a Fioramonti gli studenti hanno scritto: bene la giustificazione, ma ora passiamo ai fatti.
“Caro Ministro Fioramonti, ci fa piacere il sostegno che ci ha dimostrato e siamo contenti che il tema dell’emergenza climatica sia finalmente di interesse (almeno a parole) per la politica. Ora, però, è necessario che le parole si trasformino in fatti. Queste sono le nostre richieste”. Comincia così un post sul profilo Facebook di Fridays For Future Italia, con il quale il movimento risponde alla circolare del ministro dell’Istruzione che invitava i presidi a giustificare le assenze degli studenti che si recheranno allo sciopero per il clima di venerdì 27. “Aumenti i fondi alla Scuola, all’Università e alla Ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici 100% sostenibili – scrivono gli attivisti di FFF -. Riveda i programmi didattici per far sì che evidenzino chiaramente le tragiche conseguenze dell’utilizzo di combustibili fossili. Inserisca in tutti i programmi insegnamenti basati su modelli di sviluppo sostenibile. Interrompa tutte le collaborazioni tra il MIUR e le aziende inquinatrici che non abbiano ancora un piano di decarbonizzazione totale entro il 2025 e un piano esplicito di bonifiche e risarcimento danni (a partire da Eni, FCA, VW, Mc Donalds e molte altre). I presidi non devono applicare sanzioni disciplinari come il conteggio del limite di 50 assenze e la penalizzazione del voto in condotta per chi sciopera il 27 Settembre”. “Il banner al Ministero non ci basta – concludono i ragazzi del movimento di Greta Thunberg -, vogliamo azioni concrete per fermare il cambiamento climatico a partire da scuole e università!”
Come di consueto, Thunberg è salita sul palco, ha ricordato gli allarmi degli scienziati a proposito del cambiamento climatico e ha rimproverato aspramente i leader mondiali, accusandoli di non prendere sul serio l’emergenza climatica. Contrariamente alle altre volte, però, non ha parlato con la solita calma. I suoi occhi erano lucidi, la sua voce più arrabbiata. “Avete rubato la mia infanzia e i miei sogni con le vostre parole vuote eppure io sono una delle persone più fortunate”, ha detto. “Le persone stanno soffrendo, le persone stanno morendo, interi ecosistemi sono al collasso… e tutto quello di cui riuscite a parlare sono i soldi, le favole su una continua crescita economica. Come vi permettete?”.
Secondo Thunberg, i leader non la ascoltano. “Se davvero capiste la situazione e continuaste a non agire, significherebbe che siete persone malvagie. Io mi rifiuto di crederlo”. Questo non è però un motivo sufficiente per esonerarli dalle loro responsabilità, a detta dell’attivista. “Gli occhi delle generazioni future sono puntate su di voi. Se ci deludete, non vi perdoneremo mai”.
Il discorso che Thunberg ha pronunciato ieri a New York non era molto diverso da quello che aveva preparato per il vertice delle Nazioni Unite tenutosi lo scorso 12 dicembre a Katowice in Polonia, né da quello che ha recitato in piazza a Roma in occasione di una grande manifestazione organizzata il 19 aprile. Riflette però una maggiore frustrazione: è un anno che l’attivista porta avanti la sua battaglia, ma né le sue parole né gli appelli degli scienziati sembrano aver alcun impatto sulla politica. Lo stesso summit si è rivelato un fallimento.
Alcuni stati si sono impegnati a ridurre le emissioni di carbonio entro il 2050 ma molti di loro non hanno chiarito come intendono farlo. La Cina ha dimostrato di non essere ancora disposta ad abbandonare i combustibili fossili, l’India di non voler rinunciare al carbone, e gli Stati Uniti di non avere intenzione di rispettare gli obblighi del trattato di Parigi (da cui hanno deciso di ritirarsi il 1° giugno del 2017).
Donald Trump non ha partecipato al meeting. Ha solo fatto una breve comparsa durante l’intervento di Thunberg, che ha poi commentato con un tweet molto sarcastico.
She seems like a very happy young girl looking forward to a bright and wonderful future. So nice to see! https://t.co/1tQG6QcVKO — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 24, 2019
She seems like a very happy young girl looking forward to a bright and wonderful future. So nice to see! https://t.co/1tQG6QcVKO
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 24, 2019
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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