Da quale pulpito! Proprio dalla sinistra, da chi non invoca ma rivendica i propri diritti, anche quelli che implicano lo stravolgimento del naturale corso della natura, ovvero la necessità di una coppia omosessuale di avvalersi dei mezzi mancanti (ovulo, utero, spermatozoi) per realizzare il sogno di ‘un figlio a tutti i costi’, arrivano le critiche spietate indirizzate a chi dal palco del Family Day ha annunciato la sua imminente maternità.
Non è sposata, è vero, ma c’è da scommettere che lo farà al più presto. Perché col suo compagno, Andrea Giambruno, autore televisivo di trasmissioni Mediaset come Mattino Cinque e Quinta Colonna, è stato amore a prima vista. Un amore che non ha ancora la benedizione di Santa Romana Chiesa, abbiamo detto, e forse proprio questo risulta il paradosso per la leader di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, che ha voluto esternare la felicità di futura mamma davanti a una platea composta da tante famiglie cattoliche tradizionaliste.
Ma da lì, a diventare come è successo in queste ore il bersaglio di commenti ingiuriosi, di una volgarità irriferibile, insulti sessisti, maschilisti e beceri, compresi i dubbi sulla reale paternità, sulla possibilità che abbia fatto ricorso alla fecondazione assistita (“perché chi se la piglia?” si legge anche), accostamenti alla ‘madre degli imbecilli’ che è sempre incinta, e via discorrendo, ce ne corre.
“Sono qui al Family Day in veste di esponente politico e di donna. E, se Dio vorrà, la prossima volta sarò qui anche in veste di madre”, aveva annunciato Giorgia Meloni. E il web nel giro di poco si è scatenato, come appena detto, addirittura con fotomontaggi che attribuiscono la gravidanze della presidente FdI-An all’intervento dello Spirito Santo.
Non l’ha risparmiata neanche Luciana Litizzetto, della quale ben conosciamo la verve ironica. Ieri sera, alla trasmissione di Rai 3 Che Tempo che fa sull’annuncio a sorpresa ha commentato: “La Meloni ha dichiarato di essere incinta, quindi aspetta un meloncino, fa molto ridere che l’abbia detto al Family Day, la festa della famiglia tradizionale, perché lei non è sposata. È come andare al festival vegano e dire di amare la fiorentina“. Fa ridere? No, fa pena.
C’è stato persino chi le ha augurato di avere un figlio gay: “Auguri e figli trans”, ha twittato l’ex trans Vladimir Luxuria, come se l’dea del figlio gay fosse da vivere come una “disgrazia”. Ora aspettiamo Vladimir al varco, quando anche all’ex lui scatterà il desiderio irrefrenabile di una maternità..
Scrive Il Secolo d’Italia prendendo le difese di Giorgia: “Si ripete un copione già visto nei confronti delle donne di centrodestra: un femminismo a senso unico, che vale solo a coprire le esponenti politiche di una certa parte mentre tace dinanzi al dileggio di donne non schierate a sinistra”.
Dalla parte della Meloni ovviamente anche esponenti politiche in prima linea, dalla presidente della Camera: “Non c’è distanza politica che possa legittimare gli insulti a sfondo sessista dei quali in queste ore è fatta oggetto Giorgia Meloni. Dopo il suo annuncio della prossima maternità si è levata contro di lei un’onda di volgarità, come troppo spesso in rete accade, in particolar modo contro le donne. La critica politica, anche la più aspra, non deve mai confondersi con lo squallore. La mia solidarietà alla deputata Meloni”, ha scritto in una nota Laura Boldrini. Dal canto suo, la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, ha dichiarato: “Posso dire, per esperienza personale vissuta in questo periodo, che sul web spesso la critica diventa insulto, offesa e stalkeraggio virtuale. Quello che è accaduto a Giorgia Meloni è sicuramente un attacco sessista e da donna mi indigno. Da lei mi dividono molte cose, ma oggi mi schiero al suo fianco contro volgarità inaccettabili”.
Tante molestie via web, tanta cattiveria gratuita frutto di frustrazione e odio politico a lungo seminato. Uno ‘schifo’, perdonate la parola, dal quale tutte le persone perbene vorrebbero si prendessero finalmente le distanze. Per dirla con Carlo Levi, dice Myrta Merlino, giornalista e conduttrice de L’Aria che tira, su La7, “Le parole sono pietre. E oggi, sessanta anni dopo, all’indirizzo di Giorgia Meloni sono diventate addirittura pugnali, frecce avvelenate scagliate con l’arco dei social media in un mattatoio a cielo aperto”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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