Nove persone su dieci vivono in luoghi dove la qualità dell’aria è inferiore ai limiti fissati dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ una situazione che porta conseguenze drammatiche in termini di vite umane: 7 milioni di persone muoiono ogni anno per problematiche riconducibili a questa condizione senza contare le morti premature dovute alla stessa causa. Si deve parlare ormai di emergenza, sanitaria e ambientale, poiché gli inquinanti atmosferici contribuiscono in maniera determinante ai cambiamenti climatici e all’acidificazione degli oceani, oltre a minacciare le colture ad uso umano.
Per evidenziare l’assoluta necessità di contrastare questa minaccia, la Giornata mondiale dell’ambiente 2019 è dedicata proprio all’inquinamento atmosferico.
La situazione in Italia
Non è delle migliori, considerato che ogni anno l’aria irrespirabile fa 80mila vittime, 262 al giorno. Sull’Italia pendono due procedure d’infrazione europea: una per il particolato, il Pm10 (2014), l’altra per i livelli di biossido di azoto (nel 2015).
“Appena eletto ministro dell’Ambiente, esattamente un anno fa, sono andato in Europa per negoziare un piano d’azione. E siamo partiti da uno strumento che l’Unione europea ha messo a disposizione per i Paesi europei per la qualità dell’aria, anche perché su 28 Paesi 19 sono sottoposti a procedura d’infrazione per questo motivo”. A parlare è il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Il Clean Air Dialogue
E’ lo strumento che è stato presentato ieri a Torino nell’ambito della ‘due giorni’ organizzata dal ministero dell’Ambiente su invito del commissario europeo per l’Ambiente.
“Dentro il Clean Air Dialogue, abbiamo individuato il piano d’azione negoziando non solo con l’Ue ma anche con le Regioni e sei ministeri, dal Mise ai Trasporti fino alle Politiche agricole – spiega Costa – Ogni contraente si impegna a fare cose che siano misurabili. Insieme al Mef, mi sono preso l’incarico di individuare i sussidi ambientali dannosi che oggi sono quotati per quasi 17 miliardi di euro, per intraprendere un percorso di uscita da quei sussidi per incentivare pratiche green”.
Il Clean air dialogue è lo strumento operativo del Clean air policy package della Commissione europea, un pacchetto di misure per la qualità dell’aria adottato dalla Commissione europea il 18 dicembre 2013 e che punta a «migliorare la legislazione esistente e ridurre le emissioni dannose causate dall’industria, dal traffico, dagli impianti di produzione di energia e dall’agricoltura per tutelare la salute e l’ambiente”.
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