Grillo e Vespa a Porta a Porta
Alle 23.20 di ieri sera, sugli schermi di Rai Uno, è andato in onda l’attesissimo “comeback” di Beppe Grillo in diretta sulla tv di Stato. L’oblio perdurava dal “Beppe Grillo Show” del 2 dicembre 1993, quando l’allora comico venne espulso per una battuta sui “socialisti che rubano“. Il programma prescelto per il ritorno, “Porta a Porta”, di Bruno Vespa. Niente streaming (e si sapeva), ma anche niente plastico del castello di Lerici (e su questo permaneva il dubbio). L’ex comico ha potuto solo farlo “scartare” prima della diretta tv al conduttore. In fin dei conti, tra gli inquilini delle segrete figura anche lui, il presidente della “terza camera” del Paese. Oltre a Monti, Renzi e Napolitano. Tutti attesi da un processo on-line che potrebbe durare “un anno o due” e dovrebbe concludersi con uno “sputo digitale“, pronostica Grillo.
Grillo mostra a Vespa il plastico
Poi, la trasmissione. C’è elettricità evidente nell’aria con Grillo che passeggia nervosamente nello studio e Vespa, altrettanto teso, che non vede l’ora di far accomodare l’atteso ospite sulla poltroncina bianca di fronte alla sua.
Grillo, in queste prime battute, si prende la scena recitando una gag da attore consumato: “Sono commosso. E’ dal 1993 che non ero in diretta alla Rai. Sono qui per dimostrare che non sono nè Hitler nè Stalin“. Poi, finalmente sedutosi, commenta la sua immagine proiettata sul videowall (proietta l’immagine di un Grillo in piena “trance” oratoria): “Io, se vedo uno così, non lo voto“. Evidente l’inversione di rotta rispetto ai toni sprezzanti usati sino a qualche ora prima. E’ chiaramente consapevole di rivolgersi ad un pubblico prevalentemente “moderato”. E non ne fa mistero quando dice: “Sono qui per una scelta politica“.
Poi, qualche battuta per rompere il ghiaccio con il suo antico “nemico” Vespa: “E’ inutile che fingiamo di essere vecchi amici. Io e te seduti qui. Uno di fronte all’altro. E’ roba da fantascienza. Se qualcuno me l’avesse detto qualche tempo fa, l’avrei denunciato per diffamazione. Io e te ci siamo detestati. Ti chiamavo con un appellativo (insetto, ndr)…“.
Qualche altro scambio, ma neanche troppo convinto, di “vedute” (“Sono qui per un comizio, mica per farmi intervistare da te, che sei un consulente. Un pacchetto venduto alla Rai. Un fossile“. “Sì, ma tu mi batti“, la pronta replica del conduttore), quindi la tensione si scioglie del tutto e il clima diventa molto più sereno. Quasi una rimpatriata da amici, della serie “c’eravamo tanto odiati”.
Grillo, in cerca di consenso dei fuoriusciti di Forza Italia, tiene a sottolineare la natura non violenta del suo MoVimento ed, anzi, la sua funzione di “calmieratore di animi” quando affderma: “E’ vero, qualche volta esagero, ma non abbiamo mai sfasciato vetrine o picchiato in piazza. Grido perchè sono arrabbiato, ma è una rabbia buona“.
Smussa i toni adottati in precedenza, quando ritorna sulla querelle relativa a Dudù (“Ma noi non vogliamo vivisezionare Dudù, figuriamci. Anch’io ho un cane così. Casomai, vogliamo vivisezionare il padrone“) e precisa il senso delle recenti esternazioni in cui aveva associato il premier Renzi alla lupara bianca (“La lupara bianca attende Renzie che, in fondo, è uno smargiasso, un fanfarone, ma va avvertito: il sistema assume i suoi uomini a progetto. Se funzionano bene, altrimenti vengono fatti scomparire nel nulla. Come per la mafia. Lupara bianca. Avete visto cos’è successo a Monti? Alla Bocconi l’usciere gli ha chiesto : ma chi è lei?“).
Il leader del M5S non rinuncia, però, al gusto del proclama, quando annuncia sicuro: “Non solo vinceremo. Sarà una marcia trionfale. Secondo nostri sondaggi siamo già al 96%!“. All’incalzare delle domande di Vespa che gli chiede conto di come possa pensare di poter governare un domani da solo, senza alleanze, l’ex comico genovese rincara la dose: “Certo. Noi alleanze con questi qua non le facciamo“. E accomuna destra e sinistra nel malaffare imperante attorno ad Expo 2015: “E’ una rapina. L’Expo deve chiudere, certo. C’è mafia dappertutto in quel posto“. E rilancia sul reddito di cittadinanza, considerato cosa ben diversa dagli 80 euro promessi da Renzi (“una depravazione da voto di scambio“). Un pò in affanno quando Vespa, incalzandolo, lo interrompe per chiedergli conto delle coperture o di scendere più nel dettaglio delle cifre.
Orgoglioso, Grillo, quando può mostrare il gigantesco assegno su cui è indicato quanto (quasi 5 milioni e mezzo di euro, ndr) i parlamentari del M5S hanno devoluto al Fondo di garanzia per piccole e medie imprese, restituendo le eccedenze di indennità e diarie.
stretta di mano tra Grillo e Vespa
La serata si chiude con l’invito rivolto da Grillo a Vespa di partecipare al comizio di chiusura della campagna elettorale in piazza S. Giovanni (“faresti un bagno di verità“) e con una stretta di mano molto vigorosa tra i due. Della serie “c’eravamo tanto odiati”, per l’appunto. Una serata che in Rai nessuno dimenticherà facilmente: record stagionale con 3 milioni 165 mila telespettatori e share del 23.75 di media. Ecco la vera vincitrice.
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