Secondo il parere di diversi fuoriusciti del M5S il destino del sindaco pentastellato di Parma, Federico Pizzarotti, sarebbe segnato. Per lui si profilerebbe l’espulsione dal MoVimento. Alla Casaleggio Associati avrebbero già attivato il temutissimo avvocato Montefusco, quello che preparò le espulsioni di Giovanni Favia e Federica Salsi, per verificare come poter cacciare il sindaco di Parma dal M5S. Un’operazione che richiederebbe, infatti, una procedura differente rispetto a quella già seguita per le espulsioni dei parlamentari.
Il deputato Adriano Zaccagnini, uno dei primi a lasciare il M5S dice di non avere dubbi che alla fine Pizzarotti verra’ espulso nonostante la sua “posizione di forza, in questa fase, come sindaco“. Ma – questo il ragionamento – “e’ evidente che e’ iniziata l’operazione ‘terra bruciata’ intorno a lui e quindi potrebbero in diversi modi spaccare la sua giunta e metterlo in un angolo“. Zaccagnini è da mesi al lavoro per costituire un nuovo movimento dove far confluire non solo i delusi dei Cinquestelle, ma anche quelli della sinistra di Sel.
Non bisogna dimenticare che domenica, a Roma, Zaccagnini aveva già incontrato alcuni ex grillini di spicco: espulsi della prima ora come Giovanni Favia e Valentino Tavolazzi, senatori ex M5S come Fabiola Anitori e Francesco Campanella. Il loro obiettivo dichiarato e’ quello di “costituire un nuovo movimento che ritorni alle origini” per “ripartire dal basso e andare oltre Grillo e Casaleggio“. Negli intendimenti dei fuoriusciti sarebbe proprio Pizzarotti l’uomo individuato come la possibile guida.
La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’intervista rilasciata da Pizzarotti a Lilli Gruber ad “Otto e Mezzo” in cui il sindaco alla domanda “lei sarà il leader dei fuoriusciti?” invece di rispondere con un tranchant “no, non ci penso nemmeno” se l’è cavata con un più evasivo “ho già molti impegni e il prossimo anno sarò anche presidente della Provincia“. Una risposta giudicata “da fare accapponare la pelle” per il blog di Grillo che, infatti, ha titolato con l’inequivoco “Le mancate promesse di Pizzarotti“.
In realtà, i beninformati vanno oltre e indicano nel flop elettorale riportato dal M5S a Parma (appena il 19%) la vera ragione del “mal di pancia” di Grillo e Casaleggio. A “Capitan Pizza”, come viene sarcasticamente etichettato Pizzarotti dal blog pentastellato, viene poi contestato l’eccessivo protagonismo tra televisioni, ospitate e dichiarazioni politiche su questioni che non gli competono come il dissenso circa il metodo di selezione dei candidati alle europee. Infine, viene imputata a Pizzarotti la gestione della questione inceneritore: il primo cittadino emiliano non si sarebbe opposto con la necessaria energia all’avvio dell’impianto, dopo aver promesso il contrario in campagna elettorale.
Tutto deciso, dunque?
Non è detto. Perchè se è vero che i vertici pentastellati possono vantare valide argomentazioni, è altrettanto evidente che tra i parlamentari e la base i dubbi sono molti. C’è il timore, infatti, che questa diatriba non giovi per nulla al M5S e distolga l’attenzione sulle tante questioni delicate in ballo, future alleanze europee in testa.