E adesso c’è anche chi si introduce di nascosto nei siti hard e tenta di rubarne i contatti. Nella grande America accade anche questo: un guardone esperto di sistemi informatici ha attaccato uno sito per incontri a luci rosse cogliendo di sorpresa i 64 milioni di iscritti. L’incursione non autorizzata fa ora tremare tutti gli utenti: il blocco delle informazioni sui vari contatti è stata subito attivata dall’Azienda, ma alcune o molte informazioni personali potrebbero essere già state esportate.
‘La più bollente comunità di incontri per sesso’, come si legge nella home page del sito esplorato da pirati dell’informazione, si chiama AdultFriendFinder.com e appartiene alla compagnia californiana FriendFinder Networks Inc. Per iscrivervisi e poter quindi aspirare ad incontri occasionali, consigli sul sesso, informazioni per adulti e racconti hot, è necessario indicare una serie di informazioni personali: oltre ai dati anagrafici, allo stato civile e professionale, anche l’orientamento sessuale e le passioni più nascoste. L’azienda assicura di aver adottato “immediati provvedimenti” perché la “sicurezza delle informazioni degli iscritti resta un’assoluta priorita’”. Non è stata chiarita la natura della violazione dei dati, ma è stato bloccato il sistema di ricerca degli iscritti e nascosti i nomi degli utenti che potrebbero essere stati colpiti. E’ stata anche interpellata l’Fbi perché svolga un’indagine investigativa che invididui lo scopo precipuo del cyber-incidente
I pirati telematici che navigano in rete e varcano i confini di una dimensione che è diversa da quella geografica, ormai spaziano e non risparmiano alcun campo. Originariamente erano esperti informatici che passavano il tempo, anche a scopo ripreativo, esplorando i limiti di funzionalità di programmi e sistemi operativi, anche con l’intenzione di perfezionarne le caratteristiche, sconvandone le imperfezioni e le vulnerabilità. Ma ora le cose stanno cambiando, Internet è attualmente costituito da oltre 200 milioni di calcolatori, 800 milioni di cybernauti e varie decine di migliaia di network indipendenti. Il primo incidente di violazione della sicurezza di computer risale al 1988, fu definito il “Morris worm”, il verme di Morris e portò alla creazione del primo Centro di Coordinamento (CERT®, “Computer Emergency Response Team”) per rilevare gli incidenti di sicurezza informatica. Da allora in molti Paesi sono stati creati altri CERT per dare una risposta centralizzata e coordinata ai cyber-attacchi in rete e facilitare la difesa dei sistemi di calcolo. Nonostante ciò, l’attività di pirateria informativa da allora non ha cessato di evolversi, anzi: il numero di incidenti ufficialmente recensiti dal centro di coordinamento dei CERT, riguardanti attacchi a computer e reti di trasmissione dati, è passato da 6 nel 1988 ad oltre 137000 nel 2003.
Oggi gli hacker sono attivi anche per organizzare truffe online rubando le email delle loro vittime. Proprio nei giorni scorsi, ad essere danneggiati sono stati alcuni bed & breakfast italiani, le cui prenotazioni effettuate sono state rubate e spedite ad altra destinazione insieme ai dati delle carte di credito necessarie per il pagamento del soggiorno. Insomma, una volta trovate le chiavi giuste di accesso alla rete, verrebbe da dire “si salvi non chi può, ma chi è più fortunato”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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