Eccessivamente magra, in maniera quasi patologica. La modella che Gucci ha scelto come sponsor della nuova collezione Cruise 2016, è “magra in modo non sano”. Con questa motivazione la Gran Bretagna ha censurato l’ultima campagna pubblicitaria, ideata da Glen Luchford, che in un video racconta storie di incontri che suscitano emozioni, fatti di sguardi e d’amore.
Protagonisti della nuova collezione della griffe fiorentina sono ancora una volta le creazioni del designer Alessandro Michele che conferma il suo talento, la sua visione estetica. Nulla da discutere su questo, ma l’accusa mossa dall’Asa, l’Advertising Standards Authority, ossia l’autorità inglese che monitora lo standard delle campagne pubblicitarie poggia sul fatto che la top in questione – la statunitense Avery Blanchard, 16 anni, già lanciatissima sulle passerelle delle maison più blasonate come Christopher Kane, Prada, Fendi, Jil Sander, Coach e Tommy Hilfiger – ha una corporatura che lascia perplessi per la totale assenza di adipe, anche di quello fisiologico.
Dal canto suo Gucci ha fatto sapere che lo spot girato da Luchford in una sontuosa villa affrescata alle porte di Firenze, e apparso a dicembre sul sito del Times era diretto a un pubblico “più adulto e sofisticato” come quello del quotidiano britannico e che le modelle avevano sì una “corporatura magra” ma che non erano “magre in modo malato”.
Le immagini della campagna sono state scattate in modo da non mostrare mai le ossa delle modelle che ne avrebbero accentuato la magrezza, così come il trucco utilizzato, espressamente leggero per evitare di mettere in evidenza le loro forme emaciate. Ma l’Asa non è d’accordo e ha replicato alla maison satellite del gruppo Kering che lo spot è irresponsabile poiché propone come modello un corpo sproporzionato e troppo sottile.
“Inoltre – ha aggiunto sempre l’Asa – la posa allungata del busto accentua il punto vita, che sembra essere molto piccolo. Abbiamo anche notato che l’espressione del viso è cupa e il trucco scuro, in particolare attorno agli occhi, facendo sembrare il volto scarno”. L’Authority ha quindi invitato l’azienda di moda ad assicurarsi di usare immagini responsabili di modelli nelle prossime campagne pubblicitarie.
A stretto giro di posta la replica della maison: “In Gucci prestiamo la massima attenzione alle modalità di selezione delle modelle e a come vengono raffigurate nelle nostre campagne pubblicitarie. Prendiamo atto, pur non condividendola, della sentenza di Asa (UK Advertising Standards Authority), che è un’istituzione indipendente, in riferimento ad una modella apparsa in un’immagine della nostra campagna Cruise 2016”. Questa la posizione di Gucci che chiarisce anche che “la programmazione della campagna dedicata alla collezione Cruise 2016, come previsto da pianificazione originaria, è terminata a dicembre 2015”.
Non è la prima volta, del resto, che l’industria del fashion finisce sotto accusa per via della magrezza eccessiva delle sue top model, un modello femminile che spesso sfiora i limiti dell’anoressia.
Il mese scorso era toccato a Saint Laurent che aveva mandato in passerella modelle scheletriche per presentare la sua collezione dedicata al prossimo autunno inverno. Anche in questo caso la Uk stoppo la campagna pubblicitaria 2015 dell’intramontabile couturier francese.
Nell’ottobre scorso, invece, a sollevare un polverone social era stata una copertina di ‘Marie Claire’ un cui appariva una modella magrissima.
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