Bombe su Gaza
Si innalza ulteriormente il livello dello scontro tra Hamas e Israele. Quattro razzi palestinesi M-75 sono stati lanciati verso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Lo ha reso noto il sito web di news Ynet. Lo stesso Hamas, del resto, ha rivendicato il lancio di razzi così come il suo primo deliberato tentativo “di colpire l’aeroporto Ben Gurion“.
L’aeroporto “Ben Gurion” di Tel Aviv
Hamas ha anche “avvertito” le compagnie aeree straniere di sospendere i voli per Tel Aviv sostenendo che l’aeroporto di Ben Gurion è ormai insicuro in quanto raggiungibile dai razzi sparati dalla Striscia di Gaza. E non si esclude che l’aeroporto possa essere ancora un futuro obiettivo.
E che gli estremisti palestinesi abbiano tutta l’intenzione di fare sul serio, lo conferma Mahmud a-Zahar, dirigente di Hamas, in un’intervista telefonica ad una emittente di Gaza in cui dichiara senza mezzi termini che: “Hamas e’ pronto a combattere per mesi”. Aggiungendo che un’eventuale cessate il fuoco sarebbe ancora possibile ma solo alle condizioni unilateralmente poste dal Movimento islamico di resistenza tra cui la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati il mese scorso.
Intanto, il bilancio dei morti e feriti lievita ulteriormente: il bollettino di guerra recita, al momento, almeno 100 morti e quasi 700 feriti tra i palestinesi. Solo nella notte sono state uccise sei persone: cinque, tra cui una donna, sono rimaste vittime di due distinti raid aerei a Rafah con tanto di 15 feriti; mentre la sesta vittima, una persona di 33anni, è caduta sotto il bombardamento che ha colpito il quartiere di Gaza, Tel el-Hawa.
Sull’altro fronte, invece, Iron Dome è riuscito ad intercettare 44 razzi palestinesi sui 184 provenienti da Gaza. E, a seguito dell’esplosione di un distributore di benzina centrato da un razzo, tre persone sono rimaste gravemente ferite.
Anche dal Libano è stato sparato il primo razzo che, fortunatamente, non ha mietuto vittime, essendosi abbattuto su un campo nel Nord d’Israele. E’ la risposta all’appello alla jiahd internazionale lanciato dai dirigenti di Hamas.
Razzi di Hamas
Ora, il ricorso all’operazione militare via terra da parte di Israele sembra davvero inevitabile. E nel vuoto sembrano esser caduti gli appelli della comunità internazionale. Già ieri sera gli Usa avevano manifestato tutta la propria preoccupazione: “Nessuno vuole assistere ad un’invasione di Gaza da parte di Israele. Per questo è importante un allentamento delle tensioni“, aveva sostenuto il portavoce del Dipartimento di Stato, Jennifer Psaki. E stamattina Obama, in una telefonata con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ha voluto sì condannare i lanci di razzi su Israele ma ha anche espresso forte preoccupazione per il rischio di un’ulteriore escalation della situazione. Analogo invito era stato, poi, rivolto a Natanyahu dal presidente russo Vladimir Putin: “E’ indispensabile interrompere la spirale di violenza“, il monito di Putin. Anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si era detto preoccupato per la situazione. “E’ piu’ urgente che mai trovare terreno comune per ritornare alla calma e ad un cessate il fuoco“, il suo accorato appello. Ban aveva parlato con Netanyahu e con il presidente dell’Autorita’ Nazionale Palestinese Abu Mazen, invitando alla “massima calma” e a fare il possibile per “evitare il rischio di una ulteriore escalation“. Ma, soprattutto, il segretario generale dell’Onu aveva sì condannato il lancio di razzi da Gaza, ma anche denunciato come “l’eccessivo uso della forza da parte di Isarele sia intollerabile“.
Mentre la comunità internazionale s’interroga e tenta di giocare le ultime carte sul piano della diplomazia, da Gaza si alza un altro disperato grido di aiuto: gli ospedali non sono assolutamente attrezzati nè sufficienti a fronteggiare l’emergenza dei tanti feriti. Mancano i medicinali salvavita e per suturare le ferite si ricorre ad un semplice spago.
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