Dormire con i genitori nel lettone, anche se si è già grandicelli, fa bene. Da una recente indagine, sembra infatti che favorisca buone abitudini del sonno anche nei bambini e riduca i rischi di insonnia da adulti.
Dalla ricerca, svolta da Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) e Sicupp (Società delle cure primarie pediatriche) ha evidenziato che due bambini su dieci condividono il letto con la mamma e il papà fino agli otto anni e anche oltre.
«Il 13% dei bimbi cambiano letto nel corso della notte, la maggioranza va dal proprio a quello matrimoniale ma esiste anche il percorso inverso. Il fenomeno non è esclusivo della prima infanzia. La notte a casa c’è un gran traffico specialmente se la famiglia ha più figli», afferma il presidente Sipps, Giuseppe di Mauro.
Il progetto si chiama «Ci piace sognare» e punta a sdoganare alcuni luoghi comuni sulla salute notturna, soprattutto dei più piccoli: quella che fino adesso era tacciata come una pratica non salutare se non addirittura dannosa, secondo i pediatri potrebbe rivelarsi assai utile, soprattutto per evitare problemi di sonno futuri.
Come afferma Marina Picca, presidente Sicupp: «Appena il 68% dei nostri giovanissimi hanno una durata del sonno corrispondente alle raccomandazioni internazionali. Tra la fine della scuola elementare e le medie la metà scarsa dei pre adolescenti fanno una tirata notturna di almeno 9 ore».
Michela Vittoria Brambilla: “Il sonno non è tempo perduto”: «Il sonno non è tempo perso, è salute. Tra l’ultima chat e l’arrivo di Morfeo dovrebbe passare più di un’ora», afferma il presidente della commissione bicamerale per l’infanzia.
E, infatti, sempre secondo le ricerche i veri amici dell’insonnia sembrano essere la cattiva alimentazione, come far bere al piccolo latte o succo di frutto prima della nanna e l’uso di dispositivi elettronici (cellulari, tv).
Secondo Laura Reali, responsabile ricerca dell’Associazione culturale pediatri, il nostro moderno stile di vita, il lavoro e il veloce ritmo della quotidianità, potrebbero aver inciso sulle abitudini del sonno che ogni famiglia sperimenta all’interno delle proprie case: «Oggi la vita è cambiata. Madri e padri lavorano, magari tornano tardi e avere con sé i figli fra le lenzuola è una specie di compensazione. Un piacere per tutti. Prima o poi il bambino deciderà di addormentarsi nella sua stanza e di restarci. Segno che si sente pronto. E noi mamme lo vivremo come un abbandono».
P.M.
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