Dovremo attendere il rientro del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, venerdì prossimo, per risolvere il ‘giallo’ del testo del decreto fiscale, congedato lunedì dal CdM, che secondo quanto asserito dal vice premier Luigi Di Maio sarebbe stato modificato nella parte riguardante la pace fiscale. “Abbiamo approvato un testo in Cdm, quello deve essere”, ha precisato Conte impegnato in questi giorni al Consiglio europeo e fino a domani al vertice Asem (Asia-Europa), “visionerò articolo per articolo” .
Nella tarda serata di ieri il premier italiano, proprio mentre a Bruxelles difendeva la manovra italiana, ha sentito il dovere di intervenire per cercare di allentare la tensione, altissima, tra i suoi due vice, Salvini e Di maio, esponenti rispettivamente di Lega e Cinque Stelle.
Il puntum dolens per Di Maio che ieri sera alla trasmissione Porta a porta ha parlato di “testo manipolato” è l’articolo 9 del decreto fiscale che lui riteneva essere già alla firma del Presidente Mattarella: “Non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”, ha detto davanti alle telecamere precisando che “all’articolo 9 del decreto c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade. In Parlamento questo testo non lo votiamo, questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”. Una denuncia shock quella del leader dei 5S che ha annunciato la presentazione, oggi, di una denuncia alla Procura. Anche se il Colle ha tempestivamente precisato che il decreto non era ancora pervenuto.
Il vicepremier non chiarisce a Bruno Vespa con chi ce l’ha, se con l’alleato leghista o con il Ministero dell’Economia, sostenendo di non sapere se la “manina” che ha riscritto il testo approvato lunedì in Consiglio dei ministri sia “politica o tecnica”. E la sua uscita, com’era prevedibile, fa molto rumore nel mondo politico. Per prima cosa irrita profondamente la Lega, che – silente Matteo Salvini, ospite di Confindustria Russia – va allo scontro.
“Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti tra cittadini ed Equitalia”,
affermano esponenti leghisti in una durissima nota ufficiale, a sottolineare che gli alleati non si stanno mostrando altrettanto seri: se Di Maio non è in grado mantenere i patti, problema suo, è il senso del messaggio della Lega. Tra l’altro la bozza di dl fiscale era ben nota ai Cinque stelle, che ne parlavano come di un testo quasi definitivo, raccontano fonti parlamentari sottolineando come lo scudo per i capitali al’estero contro cui si è scagliato di Di Maio, nella bozza non c’è. E,di qui in poi – sottolineano ancora dalla Lega – qualche limatura è sempre possibile ma alla base c’è un accordo politico: se M5S lo mette in discussione, allora si ridiscute tutto, anche misure sgradite alla lega come pensioni d’oro e pensioni di cittadinanza.
Alla base del blitz di Di Maio su Rai Uno, c’è un pressing della base parlamentare (e non solo) del MoVimento su una misura, come la pace fiscale, che si fa davvero fatica a digerire. Tanto che, poco prima che Di Maio parlasse a Porta a Porta, una fonte parlamentare del M5S commentava così l’ultima bozza circolata: “Così, non esiste proprio”.
Dunque, ora a rischiare ora è l’intero impianto di una manovra sulla quale Conte, a Bruxelles, ha trovato la cancelliera tedesca Angela Merkel “molto attenta” e “impressionata dalle riforme strutturali” in cantiere. Insomma, una sponda valida con la possibilità ultima di costruire un dialogo in Europa. Anche se in Ue, ha ammesso in serata il premier belga Charles Michel, sulla manovra italiana “c’è inquietudine”. E’ l’incertezza che in queste ore circonda il testo della legge di bilancio, non aiuta.
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