Un paziente su tre è ‘complesso’ ovvero non ha una ma più malattie da tenere sotto controllo: dal diabete all’asma, dallo scompenso cardiaco all’Alzheimer, in Italia una persona malata su 3 ha più di una patologia cronica. Ma il numero cresce fino ad avere due malati su tre se si prende in considerazione la popolazione più anziana.
Gestire queste condizioni è tra le principali sfide della sanità e per farlo è stata creata una figura professionale ad hoc, il ‘medico della complessità’. Questi i temi al centro dell’incontro “Il paziente complesso, un nuovo protagonista sullo scenario della salute”, che si è svolto a Roma.
Le malattie croniche rappresentano il 60% di tutte le patologie e la loro prevalenza aumenta con l’età. Spesso però tendono a convivere tra loro. Al punto che il 10% della popolazione sopra i 65 anni ha almeno tre condizioni croniche, che richiedono più farmaci, più medici e maggiori costi.
“Quando individuiamo una persona sofferente si tende a etichettarla con la sua malattia principale. Ma in realtà, soprattutto negli anziani, se ne hanno 4, 5 o anche 6. E vanno curate tutte”, spiega Claudio Ferri, presidente della Società Italiana Ipertensione Arteriosa (Siia). Basti pensare, che “chi soffre di un comune problema come lo scompenso cardiaco, presenta in media altre 5 patologie, come diabete, gastrite, depressione, ipertensione e problemi osteoarticolari.
Una malattia cronica è una processo morboso che presenta sintomi che non si risolvono nel tempo né generalmente giungono a miglioramento con farmaci né tanto meno senza intervento medico. Sono croniche tutte quelle patologie caratterizzate da un lento e progressivo declino delle normali funzioni fisiologiche. La lenta e progressiva evoluzione di una malattia cronica è spesso derivante da poli-causalità, cioè da più fattori in concatenazione fra loro nonostante il più delle volte ciascuno di essi, preso singolarmente, non causi di solito direttamente la malattia.
“Il malato cronico può essere curato ma difficilmente viene guarito”, sottolinea Enzo Manzato, presidente della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (Sisa), “e fondamentale è riuscire ad assicurarne l’aderenza alle terapie, perché questi pazienti ne assumono molti contemporaneamente”.
Ad oggi però nell’università ci sono soltanto le singole branche della medicina, con il risultato di un sapere frammentato. Per prendersi cura della persona nel suo complesso, è necessario mettere in campo una nuova figura sanitaria, il ‘medico della complessità’, preparato attraverso corsi formativi specifici. Obiettivo dell’associazione The System Academy, spiega il presidente Augusto Zaninelli, è proprio quello di organizzare corsi didattici validati, “per preparare a sostenere l’esame di certificazione professionale di medico esperto in medicina della complessità, ovvero un professionista in grado di gestire con buon senso il paziente, tenendo conto di tutte le patologie”.
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