Il Movimento 5 stelle presenta una mozione per aumentare le minime. Nel mirino gli ex premier Amato e Dini.Tagliare le pensioni d’oro per assegnare risorse a quelle più povere. L’iniziativa in stile Robin Hood è stata portata avanti dai parlamentari del Movimento 5 stelle, che hanno presentato una mozione alla Camera per riconoscere un aumento di 518 euro l’anno a due milioni di pensionati ai minimi.
L’operazione, denominata “facce di bronzo”, ha messo nel mirino due ex presidenti del Consiglio, Lamberto Dini e Giuliano Amato, accusati di continuare a percepire vitalizi da decine di migliaia di euro al mese e di non essere stati affatto toccati dai tagli alla casta. I volti dei due politici sono stati raffigurati su maschere indossate dagli esponenti del Movimento 5 stelle durante una manifestazione cominciata nella piazza di Montecitorio poco dopo la conferenza stampa di presentazione della mozione.
La proposta prevede l’introduzione di aliquote progressive di tassazione per le pensioni: 0,1 per cento per quelle che valgono da 1 a 6 volte il minimo (circa 490 euro); 0,5 per cento per quelle che superano dalle 6 alle 11 volte le pensioni minime; 10 per cento per i vitalizi che superano il minimo di oltre 15-20 volte; 15 per cento per chi è al di sopra delle minime di 20-25 volte; fino al 32%, applicato alle pensioni che superano di 50 volte le minime e raggiungono anche i 25mila euro al mese.
“Con questa misura il Movimento 5 stelle – ha affermato il vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera, Giorgio Sorial – mira a redistribuire la ricchezza di chi percepisce anche 40-50mila euro al mese di pensione, come Amato e Dini”.
Secondo i calcoli del M5s, se passasse la loro mozione i due ex presidenti del Consiglio sarebbero costretti a rinunciare rispettivamente a 10mila e 13mila euro al mese.
“Il 5 per cento dei pensionati assorbe la metà di quel che spende lo Stato per il sistema previdenziale, 45 miliardi per l’esattezza – ha affermato il deputato Riccardo Fraccaro -. E il contributo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità è nient’altro che un grande bluff”.
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