Il Rosario recitato sul luogo di lavoro per combattere la crisi. Ne è convinta Maria Chiara Martina, imprenditrice torinese nel campo della moda e della comunicazione che – insieme con alcuni e colleghi e supportata dall’Opera dei Giuseppini del Murialdo – ha lanciato l’iniziativa Impresa Orante.
«Vogliamo mettere al lavoro la preghiera», spiega Martina a ‘Vatican Insider’. «Visto il tempo in cui ci tocca vivere e le fatiche che sperimentiamo a causa di un’economia confusa e alterata nella sua natura, con gravi ripercussioni sul nostro territorio e nel nostro Paese (e non solo), abbiamo deciso di giocare la partita tirando fuori una carta inaspettata: la preghiera ed, in particolare, la preghiera del Rosario recitata nei luoghi di lavoro che si apriranno all’esperienza di diventare “cellule” di Impresa Orante».
Si parte da Torino con una messa che verrà celebrata venerdì 20 febbraio, alle ore 19, nella cappella del Murialdo presso il Collegio Artigianelli (corso Palestro 14). Poi, ogni venerdì dalle 18 alle 19, ogni azienda organizzerà il momento di preghiera.
Osserva Martina:
«Finora abbiamo avuto molte adesioni, oltre che a Torino, nel basso Piemonte e nel comasco. E’ una scommessa, vedremo cosa succederà…». «Abbiamo deciso – prosegue l’imprenditrice – di provare a cambiare punto di vista, a scommettere anche sulla dimensione intangibile della realtà, attingendo al patrimonio spirituale in cui ci riconosciamo, utilizzandolo in modo un po’ particolare. I nostri nonni avevano molta più confidenza con questo “strumento” e non temevano di utilizzarlo per affrontare la quotidianità concreta. E’ giunto il momento di riscoprirlo…».
Diceva Benedetto XVI che in questo nostro mondo «chiuso all’orizzonte divino e alla speranza che porta l’incontro con Dio» attraverso la preghiera «possiamo aprire finestre verso il Cielo». Anche se, come scrive San Paolo ai cristiani di Roma (Rm 8, 26-27): «Noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare», vale la pena anche solo provare ad usare questo mezzo, spesso consigliato perché genericamente “fa bene”, “giova alla buona salute del corpo”, funziona come antidepressivo.
L’uomo moderno iperattivo e sempre più laico (questo termine basterebbe ad indicare lo status di non religioso, ma chi lo usa vuole sottolineare un totale smarcamento da qualsiasi etichetta di fede religiosa, come a dire ‘ateo’), da grande individualista che è, nell’ultimo ventennio ha confidato sulle proprie forze, i progressi tecnologici e della scienza. Ora, però, che anche nel mondo occidentale la crisi economica ha ridimensionato quell’opulenza che lo contraddistingueva, e che è stata in buona misura la causa della dismissione dei valori speranza e fede (fede come lotta alla disperazione e ritrovamento della speranza), è il momento giusto perché l’uomo trovi il modo di fermarsi e fare silenzio nel suo cuore per mettersi prima in ascolto e poi chiedere. E’ questa la preghiera.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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