In occasione del bimillenario della morte di Augusto, il Ministero per i Beni Culturali ci fa un altro regalo: riaprono i battenti la Casa di Livia sul Palatino e la sua celebre Villa presso Prima Porta.
La Casa di Livia, arroccata su è uno dei luoghi più suggestivi della città, sede delle abitazioni della classe dirigente della Roma antica, è stata scavata dal 1869. L’attribuzione della casa alla moglie di Augusto è priva di fondamento reale e risale ai primi scavi condotti da Pietro Rosa su incarico di Napoleone III. E’ basata solo sulla traccia del nome generico sulla tubatura e da elementi circostanziali come la vicinanza alla Casa di Augusto. In ogni caso non si tratta della casa dove Livia visse col primo marito Tiberio Nerone, ma forse un appartamento a essa riservato nella casa del marito, che era un agglomerato di numerose case più antiche.
La Villa di Livia, fatta costruire dall’imperatore Augusto per sua moglie, sorgeva invece lungo la via Flaminia. Oggi anche questa costruzione, inglobata nel territorio del XV municipio, può essere visitata grazie le opere di restauro completate dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.
Ma chi era Livia? Una moglie e una madre esemplare, o una politica corrotta, rea di omicidi eccellenti? Livia Drusilla Claudia, nata a Roma il 30 gennaio del 58 a.C. ed ivi morta il 28 settembre 29, fu moglie dell’imperatore Augusto ed essa stessa Augusta dell’Impero. Fu madre di Tiberio, il successore di Augusto e di Druso, nonna di Germanico e Claudio, nonché bisnonna di Caligola (che succedette a Tiberio) e trisavola di Nerone. Livia venne divinizzata dall’imperatore Claudio.
Era figlia di Marco Livio Druso Claudiano e Alfidia, a sua volta figlia del magistrato italico Marco Aufidio Lurcone. Il diminutivo “Drusilla” fa ritenere che fosse la seconda figlia della coppia. All’età di sedici anni, sposò il cugino Tiberio Claudio Nerone, il quale combatteva assieme a Claudiano dalla parte dei congiurati che avevano assassinato Cesare, comandati da Gaio Cassio Longino e da Marco Giunio Bruto, in lotta con Ottaviano e Marco Antonio. Nel 40 a.C. la famiglia di Livia fu costretta a fuggire dalla Penisola, a causa della proscrizione dichiarata da Antonio e Ottaviano, raggiungendo prima la Sicilia e poi la Grecia.
Quando i triumviri decretarono una amnistia generale dei proscritti, Livia tornò a Roma, dove conobbe Ottaviano, nel 39 a.C.. All’epoca del loro incontro, Livia aveva già avuto dal marito il primo figlio, Tiberio, ed era incinta di Druso. Malgrado questo, e nonostante fosse sposata a Nerone e Ottaviano alla prima moglie, Scribonia, il futuro primo imperatore decise di divorziare immediatamente. Druso nacque il 14 gennaio 38 a.C. mentre Livia e Ottaviano si sposarono tre giorni dopo Al matrimonio era presente Nerone, il quale presentò la sposa come avrebbe fatto un padre.
Livia e Ottaviano rimasero sposati per 51 anni, ma non ebbero figli propri. Livia inoltre venne tenuta in grande considerazione dal marito, presso il quale presentava petizioni e che consigliava nelle sue politiche. Proprio a causa della mancanza di figli propri, fu Giulia, la maggiore di Ottaviano Augusto, l’unica erede. A sua volta, però, Livia mise in atto una politica volta a garantire ai propri figli, avuti da Nerone, un futuro politico. E che futuro, visto che Tiberio diventerà il secondo imperatore di Roma!
Alcune voci insinuarono che vi fosse Livia dietro la morte di Marco Claudio Marcello, il nipote favorito di Augusto, morto nel 23 a.C.. Di più, uno a uno i figli di Giulia maggiore e di Marco Agrippa morirono tutti: prima Lucio, poi Gaio Cesare, entrambi adottati da Augusto, morirono di morte naturale; infine Agrippa Postumo, anch’egli adottato da Augusto, venne incarcerato e ucciso.
Dei figli di Livia, Tiberio venne infine adottato dall’imperatore nel 4 d.C., divenendone l’erede.
Il testamento di Augusto, morto nell’anno 14, conteneva il provvedimento di adozione di Livia. Questo atto singolare, che la rendeva figlia del proprio marito, aveva lo scopo di far entrare Livia di diritto nella gens Iulia. Il testamento, oltre a garantire a Livia un terzo del patrimonio di Augusto (gli altri due terzi andavano a Tiberio), le riconosceva il titolo di “Augusta“.
Nel mondo del cinema e della fiction, rimane indimenticabile nella miniserie televisiva co-prodotta da Rai Fiction, Lux Vide, Eos, Rai Trade e Quinta Communications, trasmessa nel 2003. intitolata “Augusto – il primo Imperatore”, l’interpretazione di Charlotte Rampling,di un’attempata Livia, al fianco di Peter O’Toole nel ruolo di Augusto, una delle ultime apparizioni del grande attore irlandese. Proprio quella fiction, ampiamente criticata da esperti storici e filmografi per alcune inesattezze storiche, ha alimentato i dubbi che la vera Livia fosse soprattutto un’abilissima e spregiudicata politica, più che una moglie esemplare.
Ma tant’è, come dicevano i Romani: la moglie di Cesare è sempre al di sopra ogni sospetto!
Bepi Fort
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