La Commissione Europea ha approvato il piano di ricollocamento dei richiedenti asilo fra gli Stati UE, che sarà presentato ufficialmente mercoledì.
Le anticipazioni pubblicate dai giornali italiani, però, hanno fatto sorgere dubbi sull’efficacia del piano approvato. Secondo quanto sostiene il Corriere della sera, questo non si applicherà in modo retroattivo: ne usufruiranno solo i richiedenti asilo che hanno messo piede in territorio europeo dopo il 15 aprile di quest’anno.
Un’altra limitazione riguarderà la nazionalità dei migranti. Potranno essere ricollocati soltanto quelli la cui cittadinanza consente loro di richiedere un regime di protezione nel 75% degli Stati UE: una caratteristica che in questo momento hanno solo due Stati, la Siria e l’Eritrea.
A prendersi cura di quarantamila vittime del traffico di esseri umani – ventiquattromila sbarcate in Italia, le altre sedicimila in Grecia – saranno gli altri Stati UE che aderiranno alla proposta.
Intanto Fabrice Legger, direttore esecutivo di Frontex, l’agenzia che si occupa di controllare le frontiere dell’Unione, ha annunciato un pacchetto di modifiche al mandato della missione Triton che entreranno in vigore quest’estate, in vista del picco annuale dei “viaggi della speranza”.
L’area operativa della missione sarà estesa fino a un raggio di 138 miglia dalla costa siciliana. Con questo si spera di poter intervenire più efficacemente nella ricerca e nel salvataggio dei migranti, che di solito sono abbandonati a se stessi in mare aperto, molto al di fuori dell’area dal mandato originale della missione.
Sempre nella stagione estiva, ai mezzi aerei e navali già impiegati nella missione si aggiungeranno tre aerei, sei navi d’altura, dodici pattugliatori e due elicotteri: “Abbiamo fortemente aumentato il numero di mezzi nel Mediterraneo centrale – ha affermato Legger – per sostenere le autorità italiane nel controllo delle frontiere marittime e per salvare vite, troppe delle quali sono già state tragicamente perdute quest’anno”.
In Sicilia sarà aperta una base regionale di Triton che assisterà il governo italiano in collegamento con Europol, Eurojust e Ufficio europeo per l’asilo (EASO).
Frontex ha approvato anche il rifinanziamento di 26,25 milioni di euro stanziato dalla Commissione europea per Triton e per la missione gemella Poseidon, operativa al largo della Grecia. Il nuovo bilancio di Triton raggiungerà così i 38 milioni, mentre quello di Poseidon i 18. Per il 2016, invece, si prevede uno stanziamento complessivo di 45 milioni.
Al piano di assistenza all’Italia hanno aderito tutti gli Stati UE tranne Ungheria, Bulgaria e Cipro: si è molto ristretto dunque il “fronte del no”, che si temeva potesse includere anche Regno Unito, Spagna e Francia. Forniranno assistenza tecnica ed esperti anche Islanda, Norvegia e Svizzera, che hanno sottoscritto gli accordi di Schengen senza aderire all’Unione.
In giornata agli annunci ufficiali si è aggiunta la pubblicazione, da parte di Wikileaks, di due protocolli riservati sulla missione contro scafisti e trafficanti, definita esplicitamente “un’operazione militare” il cui obiettivo è rallentare il ritmo delle partenze dalla costa libica.
“L’Unione Europea – ha commentato l’organizzazione di Julian Assange – schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di migranti”. Il rischio, visti il precedente dell’intervento in Libia di vari Stati UE membri della NATO e il valore strategico delle risorse di petrolio e gas nel Paese nordafricano, è che l’operazione possa “portare ad altro impegno militare in Libia”.
F.M.R.
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