Tutti a complimentare Nainggolan: la sua rete vale il -1 dalla Juve
Dopo la 15° giornata (mancano al suo completamento solo Empoli-Torino e Chievo-Inter) a separare Juve e Roma è rimasto un solo, piccolo punticino. L’incrocio tra le due grandi duellanti e le due splendide realtà genovesi ha prodotto l’esito meno atteso: la Juve, che aveva il vantaggio del fattore-campo, si è fatta raggiungere e bloccare sull’1-1 da una Samp inizialmente in evidente soggezione, e poi via via sempre più convinta e vicina anche al clamoroso ribaltone, mentre la Roma, impegnata al Ferraris, ha fatto bottino pieno dopo 90′ di scintille e polemiche, superando nel modo più brillante possibile l’enorme delusione di Champions.
La splendida soluzione a giro di Gabbiadini
La Juve, scesa in campo nel lunch match, ha dominato per un tempo contro una Samp visibilmente frastornata dall’aggressività (non lucidissima, però) dei bianconeri, passati meritatamente in vantaggio dopo 12′ con una bella incornata di Evra, al suo primo gol in Italia (ma la battuta dell’angolo di Marchisio sarebbe stata da ripetere, visto che il “piccolo principe” aveva sistemato il pallone oltre la riga e questo andazzo “truffaldino” molto, troppo diffuso rimane un mistero, visto il risibile vantaggio che concede al battitore) ma ha il torto di non chiudere la pratica lì, sciupando troppo, complice anche un Romero formato-mundial, autore di tre interventi decisivi su Morata, Marchisio e Pereyra. La prevedibile sfuriata di Mihajlovic nell’intervallo deve aver scrollato le paure di dosso ai blucerchiati che iniziavano la ripresa con ben altro piglio e presenza, al cospetto di una Juve molto più lenta e prevedibile con tutti i suoi uomini-chiave (Tèvez su tutti), in chiaro debito d’ossigeno. Decisivo l’innesto di Manolo Gabbiadini, un prestito della Juve. Sua la rete del pareggio e suo anche il brivido che mette addosso a tutto lo Stadium quando costringe Buffon alla parata-miracolo che salva almeno il salvabile. Curioso, il destino di questa giovane e talentuosa punta: alla Samp, ormai, fa l’attaccante di scorta (“Il posto è suo solo quando gioca da Gabbiadini. La panchina? Non sapevo più come spronarlo…“, la spiegazione di mister Sinisa) ed è chiaro che si tratta di una strategia societaria per evitare giochini al rialzo del Napoli, destinazione quasi certa del ragazzo già da gennaio (si parla di 13 milioni da spartirsi tra Agnelli e Ferrero). Comunque, morale della favola: la Juve rallenta quando meno se l’aspettava, ed è il terzo pareggio di fila tra campionato e Champions, e vede interrompersi bruscamente anche la serie di 25 vittorie consecutive allo Stadium limitatamente alle partite di A.
La bellissima rete da tre punti di Nainggolan
La Roma, invece, con De Rossi ancora fuori (stavolta, per scontare la squalifica), riesce a rosicchiare due punti ai rivali quando sarebbe stato più logico attendersi un riavvicinamento la settimana scorsa. Lo fa dopo una partita che definire velenosa è persino riduttivo, visto quanto accaduto in campo e anche fuori, dopo (le allusioni neanche velate alla “Mafia capitale” fatte da Preziosi a caldo sono chiaro segnale di nervosismo che ha superato il limite di guardia): è evidente che, nel computo degli episodi, ai rossoblu manchi qualcosa, ma la reazione di tecnico e società è stata decisamente sproporzionata e la Roma, comunque, sul piano del gioco, ha sovrastato i padroni di casa.
Perin esce sconsolato: un’espulsione che ha acceso gli animi
Nulla da dire sull’episodio-chiave: il rigore che al 29′, ha costretto il Genoa in dieci uomini, pur splendidamente neutralizzato dall’esordiente Lamanna: l’uscita di Perin su Nainggolan è fallosa e il regolamento, per quanto discutibilissimo sul punto, prevede la cosiddetta tripla sanzione: penalty, rosso e conseguente squalifica del portiere. Davvero troppo, ma tant’è. Già tornare al parametro dell’ultimo uomo (un dato oggettivo e non suscettibile di interpretazioni) anzichè a quello più aleatorio della chiara occasione da gol sarebbe un notevole passo avanti. Sbagliata, invece, la decisione di soprassedere sull’evidente simulazione di Ljajic e da lì è nato il bellissimo gol-partita del sempre più protagonista Radja Nainggolan, il vero uomo in più della Roma di quest’anno. Quanto alla rete in pieno recupero di Rincòn, giusto annullare: il venezuelano è, sia pur di pochissimo, in fuorigioco e anche l’angolo da cui era partito lo spiovente non c’era. Sacrosante, invece, le recriminazioni genoane su un offside fischiato a vanvera a danno di Sturaro che poteva filare dritto verso De Sanctis. Qualche dubbio sul contatto in area giallorossa tra lo stesso Sturaro e Astori, quando il punteggio era ancora bloccato sullo 0-0, ma qui l’arbitro Banti sembra averci visto giusto. A corollario di tutto questo, l’espulsione, per proteste, di Gasperini all’intervallo.
La prima delle due reti di Stefano Mauri
Ieri sera, una Lazio pur rimaneggiata (senza Candreva, Braafheid, Gentiletti, Parolo, Ciani, Ederson e Biglia) aveva superato con un rotondo 3-0 un’Atalanta brava solo a chiudersi alla men peggio nella prima frazione. Lazio da subito padrona del campo, ma troppo lenta nel giro palla per aggirare le barricate nerazzurre, ma, una volta salita di giri nella ripresa, in grado di dare contenuto ad una superiorità apparsa quasi imbarazzante. Sugli scudi, il capitano Stefano Mauri, autore di una bella doppietta che lo porta a quota 6 reti, capocannoniere stagionale (limitatamente al campionato)dei biancocelesti al fianco di Djordjevic e alla prima doppia marcatura da otto anni a questa parte, e un intraprendente Felipe Anderson che sta riuscendo nell’impresa di non far rimpiangere troppo l’infortunato Antonio Candreva. E non era facile. Se il brasiliano riuscisse anche a conservare lucidità nell’ultimo tocco, sarebbe il vero rinforzo in più di questa Lazio. Di Lulic il terzo urrà biancoceleste. Quanto all’Atalanta, una prestazione troppo rinunciataria per sperare di uscire indenne dalla trasferta capitolina. Fin qui, la peggior formazione vista all’opera nell’Olimpico laziale. Ma le buone nuove per i ragazzi di Pioli non finiscono qui: i concomitanti risultati delle altre pretendenti ad un posto al sole dell’Europa, proiettano la Lazio di nuovo al terzo posto, pur in coabitazione con le due genovesi.
Mauri e Felipe Anderson: la Lazio torna terza
La classifica, comunque, è molto corta con ben otto squadre raccolte in soli cinque punti (in attesa di vedere che farà L’Inter nel posticipo): frutto anche del netto 2-0 con cui il Milan ha battuto il Napoli a S.Siro. Ricordate quando ci chiedevamo se il vero Napoli fosse quello visto con la Roma oppure quello ammirato (si fa per dire) in tante, troppe altre circostanze? Il verdetto del Meazza sembra parlare chiaro. Anche se una classifica così compatta lascia inpregiudicate le speranze di terzo posto per tutti. Rimane che la difesa continua a fare acqua da tutte le parti, frutto di un mercato estivo improntato all’attendismo. Ebbene, la società partenopea come pensa di far fronte alle lacune della rosa? Trattando Gabbiadini. Ovviamente, un attaccante…
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