Sono le 4,20 del mattino quando Parigi sprofonda di nuovo nel terrore: a Saint Denis, un distretto a nord della Capitale francese, che dista solo 800 metri dallo Stade de France, teatro dell’assalto terroristico venerdì sera durante la partita Francia Germania, è in corso dalle prime ore dell’alba una imponente operazione di polizia per stanare il nono attentatore del gruppo che ha fatto 129 vittime e oltre 350 feriti. Al momento, il bilancio di questa operazione che ha impiegato qualche centinaio di uomini delle forze speciali e dell’esercito, armati fino ai denti, è di 7 arresti, 3 terroristi uccisi tra i quali una donna che ha scelto di farsi saltare in aria. Non è ancora nelle mani della polizia invece colui che viene considerato la mente delle stragi, Abdel-Hamid Abaauoud, che dovrebbe essere asserragliato in uno dei due appartamenti individuati. Nel conflitto a fuoco sarebbero rimasti feriti anche 5 agenti della polizia. Non ci sarebbe, fortunatamente, nessun civile ucciso o ferito. Il blitz è stato pianificato grazie a un cellulare dei kamikaze trovato in un cestino davanti al Bataclan che ha permesso alla polizia di localizzare il covo dei terroristi che, stando ad alcuni sms sul telefonino trovato, progettavano un attentato a La Defense, la zona dove sono concentrati molti uffici nella capitale francese.
Nel centro di Saint-Denis dalle prime ore della mattina regna un’atmosfera spettrale: tutti i negozi sono chiusi, chiuse anche le scuole mentre i cittadini sono stati invitati a rimanere nelle loro case tenendo chiude anche le imposte così come molte imposte nel caso dovessero verificarsi nuove sparatorie. La zona è delimitata da una massiccia presenza di militari armati ed include anche la basilica di Saint-Denis, uno dei luoghi simbolo della Francia.
Ma l’operazione di polizia che vuole scovare a tutti i costi gli uomini che hanno terrorizzato venerdì 13 novembre la Francia, e non solo, continua: sembrerebbe essere in corso un’altra perquisizione a tappeto in una zona diversa della Capitale .
Sempre nella notte, due voli Air France partiti dagli Usa con destinbazione Parigi, sono stati fatti atterrate per segnalazione di bombe a bordo. Al momento entrambi gli aeromobile sono oggetto di verifiche da parte degli artificieri. Le indagini puntano ad accertare anche la fonte delle telefonate anonime.
Paura e tensione attanagliano l’Europa tutta: ad Hannover è stata annullata ieri sera, all’ultimo momento, la partita amichevole di calcio Germania-Olanda. In tribuna era attesa la cancelliera Angela Merkel, ma non era ancora arrivata allo stadio, quando è stato annunciato lo sgombero. La minaccia è stata definita seria dalla polizia. Poi per un altro allarme bomba è stata chiusa la stazione centrale. All’interno di un Intercity è stato trovato un pacco sospetto che è stato fatto brillare dagli artificieri.
Contemporaneamente era stata evacuata una arena-concerto ma poi l’allarme è rientrato. Il concerto del gruppo “Figli di Mannheim” si è svolto come previsto. E’ saltato invece un concerto jazz, con il sassofonista Maceo Parker, che si stava per svolgere al Kulturzentrum Pavillion, in centro alle spalle della stazione ferroviaria, in un zona distante da quella dello stadio.
Il ministro dell’Interno della Bassa Sassonia ha detto che finora non sono stati compiuti arresti, né è stato ritrovato esplosivo in relazione alla decisione di annullare la partita ad Hannover. Voci su esplosivo in un’ambulanza parcheggiata fuori dallo stadio non hanno finora trovato riscontro.
Parigi: trovato telefonino kamikaze, “Ok,siamo pronti” – Gli uomini che indagano sugli attacchi di Parigi avrebbero trovato in uno dei luoghi degli attentati il telefonino di uno dei kamikaze. Lo riferisce la Cnn citando fonti investigative francesi. Sul display un sms con la frase: “Ok siamo pronti”.
In questo mercoledì di grande tensione e di nuovo sangue versato – in Nigeria una nuova strage di Boko Haram ha lasciato sull’asfalto un numero imprecisato di morti (sembra 32) e decine di feriti – da piazza San Pietro si eleva l’invito di Papa Francesco. Ai partecipanti all’udienza generale, il Promotore del Giubileo della Misericordia ormai imminente ha chiesto di non chiudere le porte, ma di lasciarle spalancate: “”Per favore niente porte blindate nella Chiesa, niente, tutto aperto”. A braccio Francesco ha aggiunto: “E se la porta della misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre chiese, dell’amore delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre istituzioni, delle nostre diocesi, devono essere aperte, perché così, tutti possiamo uscire a portare questa misericordia di Dio”. “La Chiesa – ha detto in un altro passaggio – è la portinaia della casa del Signore, la portinaia, non è la padrona della casa del Signore”. “Davanti a noi sta la porta, ma non solo la Porta santa: la grande porta della Misericordia di Dio – e quella è una porta bella! – che accoglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono. La porta è generosamente aperta, ci vuole un po’ di coraggio da parte nostra per varcare la soglia”.