Kiev attacca le roccaforti separatiste. Operatori OSCE presto liberi

L’esercito ucraino ha attaccato con aerei e missili le roccaforti separatiste Slavyansk e Kramatorsk. Lo confermano fonti ufficiali ucraine. I ribelli, intanto, hanno affermato di tenere prigionieri i quattro operatori dell’OSCE, scomparsi lunedì scorso. Si  apre un caso internazionale.

Nell’est dell’Ucraina ormai è guerra totale. Dopo i violenti scontri dei giorni scorsi a Donetsk, l’azione si è spostata a Slavyansk e Kramatorsk, dove i miliziani filorussi sono stati attaccati dall’esercito di Kiev per via aerea, con lancio di missili Grad. Un’operazione bellica in piena regola che evidenzia la volontà degli ucraini di chiudere la partita militare nel più breve tempo possibile. Anche correndo il rischio di provocare stragi tra i civili.

scontri a Slavyansk

scontri a Slavyansk

Intanto, l’auto-proclamato sindaco di Slavyansk, roccaforte dei separatisti filorussi, Vyacheslav Ponomaryov, ha affermato, in queste ore, che i quattro operatori dell’OSCE sono prigionieri e che sono detenuti dalle milizie locali in un posto vicino alla città. Godrebbero di buona salute.

‘’ Avevamo chiesto loro di non andare da nessuna parte per un po’ di tempo, ma queste quattro persone sono risultate troppo zelanti“, ha dichiarato il sindaco che ha aggiunto:

‘’Chiariremo chi sono, dove stavano andando e perché.  Poi li liberemo“.

Secondo fonti vicine all’amministrazione della  città, potrebbero essere rilasciati già nella giornata di domani.

Sull’episodio si aspettano le reazioni di Onu, Nato e Ue, preoccupate per il comportamento russo e dei miliziani ribelli Obama e il nuovo leader ucraino Poroshenko, tra l’altro, si incontreranno il prossimo 3 giugno, per decidere come affrontare le iniziative politiche e militari di Mosca.

Putin, intanto,  continua a mantenere il suo silenzio, poco collaborativo rispetto ad una situazione che peggiora di ora in ora. Ma per non rimanere isolato, ieri ha firmato ad Astana, con i leader di Kazakistan e Bielorussia un trattato per la nascita dell’Unione EuroAsiatica  che entrerà in vigore dal prossimo gennaio,  accordo che, nelle intenzioni di Putin e degli altri promotori, dovrebbe creare un nuovo spazio economico unico tra i tre paesi.

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