Fare di necessità virtù. Causa lenta e inesorabile diminuzione del potere di acquisto dei nostri denari, le famiglie italiane tagliano la spesa alimentare. Lo fanno drasticamente, tanto che in sei anni, tra il 2007 ad oggi, gli acquisti presso discount sono quasi raddoppiati. Oggi il 62,3% fa l’approvvigionamento di generi alimentari nei “luoghi di distribuzione a prezzi più contenuti e riduce quantità e qualità dei prodotti acquistati”.
A rivelarlo è l’Istat attraverso il suo presidente Enrico Giovannini in audizione sul Def davanti alle Commissioni speciali di Camera e Senato.
“La crisi degli ultimi cinque anni sta modificando in profondità i modelli di consumo delle famiglie”, sottolinea Giovannini. Ovviamente il fenomeno di coloro che si rivolgono ai discount è più sviluppato al Sud, dove il lavoro è scarso e peggio retribuito, che registra la punta massima che si attesta tra il 65% e il 73%. Ma in termini incrementali si sono avute variazioni anche più ampie al Nord, dove il salto è stato di quasi 10 punti percentuali (dal 46% al 55,5%), e al Centro (dal 53% a quasi il 62%).
Insomma, le famiglie italiane stanno tirando la cinghia e non solo sul cibo, riducendo quantità e qualità dei prodotti, ma anche eliminando quasi completamente le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie. E se la crisi ha tolto il sorriso agli adulti, ora rischia di toglierlo anche ai bambini, letteralmente. Infatti una famiglia su 3 ormai non porta più i figli dal dentista proprio a causa delle difficoltà economiche. Il 90 per cento degli under 14, pari a 5 milioni di bimbi, avrebbe bisogno dell’apparecchio per i denti ma nel 2012 le terapie ortodontiche sono crollate del 40%, così circa due milioni di bimbi rischiano danni ai denti. Come conseguenza ulteriore di ciò è a rischio anche la tenuta dell’assistenza odontoiatrica pubblica, da sempre minoritaria nel nostro Paese, che vede la richiesta di prestazioni aumentata del 20 per cento nell’ultimo anno, proprio perché gli italiani stanno cercando in ogni modo di contenere le spese dentistiche. Il costo medio minimo per un apparecchio ortodontico e una terapia adeguata fra i 6 e i 14 anni è di 4500-6500 euro, e oggi molti genitori non possono più permetterselo. Così oltre ad essere cresciuta la richiesta di pagamenti dilazionati e prestiti (c’è addirittura chi chiede un anticipo del Tfr), come hanno riferito i medici che hanno partecipato nei giorni scorsi al 20mo Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di Odontoiatria, a Roma, le richieste al Ssn sono così aumentate che i 3.500 dentisti che operano nelle strutture pubbliche, erogando circa 4 milioni di prestazioni ambulatoriali, all’anno sono ormai al collasso.
Il momento attuale, dice il Codacons, mostra “una fotografia drammatica ed impietosa, che richiede al prossimo Governo una svolta: alzare le tasse per banche, compagnie petrolifere, speculatori finanziari, andare a caccia degli evasori e abbassare le tasse sul ceto medio, che oggi è ormai ceto povero”. “Le riduzioni in quantità di spese necessarie come quelle alimentari e mediche provano che gli italiani vivono come nel dopoguerra, a caccia di soldi per poter comperare cibo”, commenta ancora il Codacons.
Il quadro è davvero inaccettabile, soprattutto alla luce degli sperperi perpetrati per decenni dai vari governi all’insaputa di noi italiani.
A.F.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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