Nella splendida cornice del ninfeo di Villa Giulia Concita De Gregorio ha presentato ieri con eleganza la LXIX edizione del Premio Strega. Stravince “La ferocia” romanzo di Nicola Lagioia.
Per buona parte della serata si è parlato del mistero sull’identità di Elena Ferrante, un uomo, una donna o un gruppo di persone? Lucarelli ha raccontato alla sua maniera il giallo. Dai suoi libri, dice il giornalista noir, si capisce che Elena Ferrante è di Napoli, è colta, è nata negli anni ’40, è l’erede letteraria di Elsa Morante, ha probabilmente avuto almeno un figlio e potrebbe essere un traduttore. Ma in definitiva il discorso ha poco importanza. Anche perché a vincere, tra i cinque finalisti, non è lei. Vince La ferocia di Nicola Lagioia, edito da Einaudi, con 145 voti.
“La Ferocia” è un romanzo noir con un investigatore sui generis, dai comportamenti un po’ border line, è lo stesso fratello della vittima. “Il clima emotivo che domina tutto il romanzo” spiega l’autore “è proprio la ferocia, ritorno ad uno stato di natura che sembrava superato”, una ferocia che, secondo Lagioia, rimanda in un certo senso anche all’attuale situazione della Grecia, prevaricata e sull’orlo di un fallimento che rappresenterebbe il fallimento dell’Europa intera.
L’incipit della storia si ispira alla famosa serie anni ’90 “Twin Peaks” di Lynch. “La ferocia” è un giallo che rappresenta anche una sorta di affresco su un certo genere di famiglia, in una Puglia crudele, specchio di un paese sempre più disumano. Al centro del romanzo di Nicola Lagioia c’è infatti una famiglia barese, padre costruttore, moglie casalinga, quattro figli, di cui uno, Michele, nato fuori dal matrimonio. Michele è l’unico della famiglia che decide di cercare la verità sulla scomparsa della sorellastra Clara, a cui è fortemente legato.
Lagioia parla dei propri personaggi come se fossero vivi e descrive la storia di questa famiglia in termini incredibilmente realistici. Conta molto nel suo libro il paesaggio naturale che crea uno sfondo metafisico alle vicende narrate. E il topos letterario dell’amore tra fratello e sorella è riproposto ed esplorato in modo nuovo.
Il presidente di giuria, Tullio de Mauro, ha spiegato che quest’anno la votazione per l’ambito premio letterario è cambiata, i giurati infatti hanno potuto esprimere le loro preferenze su tre titoli. Cosa che ha reso certamente più complicato lo spoglio, ma si è così voluta sottolineare l’estraneità delle case editrici rispetto ai voti della giuria.
Con questo sistema “La sposa”, di Mauro Covacich, edito da Bompiani, ha ottenuto il secondo posto. Il romanzo racconta una storia di cronaca dura, ispirata all’esperienza di Pippa Bacca che perse la vita stuprata e uccisa in Turchia. Una storia, dice l’autore, che parla di narcisismo e sterilità.
“Storia della bambina perduta” di Elena Ferrante, si aggiudica il terzo posto, mentre quarti a pari merito arrivano “Come donna innamorata” di Marco Santagata e “Chi manda le onde” di Fabio Genovesi. Quest’ultimo ha però avuto la soddisfazione di aver battuto il famoso fumettista Zerocalcare vincendo il Premio Strega Giovani lo scorso 8 giugno.
Alla fine della manifestazione, proclamato il vincitore, lo scrittore Francesco Piccolo passa il testimone a Nicola Lagioia che innalza il trofeo e se lo beve. Poi Nicola chiama la moglie a salire sul palco e la bacia. A lei, senza la quale, dice, questo libro non sarebbe stato scritto, dedica il premio e con lei brinda direttamente dalla bottiglia.
Vania Amitrano
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