L’adunata con il Capo in un agriturismo. Ore 9.00, ritrovo a piazzale Flaminio. Nonostante il luogo del raduno dovesse rimanere segreto, la voce si era sparsa e i parlamentari grillini sono stati presto circondati da giornalisti e telecamere. Poi la partenza, tutti insieme, a bordo dei tre pullman predisposti per una destinazione sconosciuta, forse anche a loro. Due ore di viaggio e dopo un giro tortuoso nel tentativo di seminare i segugi della stampa che avevano formato un corteo di 30 auto, l’arrivo a Villa Valente, un agriturismo con ristorante e piscina a Tragliata, frazione di Testa di Lepre, tra Roma e Fiumicino. Ed ecco l’incontro con Beppe Grillo. In aperta campagna, lontani dal frastuono delle piazze, ma anche dal chiacchiericcio della politica. Persenatori e deputati M5S il piatto è a base di paccheri con porcini e guanciale: le uniche notizie che trapelano riguardano il menù, che ciascun parlamentare pagherà di tasca propria, con tanto di tavoli apparecchiati e tovaglioli forgiati a cigno. I giornalisti sono fuori dai cancelli e non possono che seguire quello che solo un muretto basso consente loro di vedere. Alcuni parlamentari del movimento contestano i resoconti giornalistici sulla loro ‘giornata particolare’. E a lanci di agenzia rispondono con dei post su Facebook. Ed è subito scontro.
“Non ci sono 8 menu né hostess e l’unica security che abbiamo è il buon Maurizio (alto circa 1,70cm per 65kg scarsi) che blocca i giornalisti al cancello dell’agriturismo”, scrive il deputato Stefano Barbanti che precisa che la Ferrari in giardino “è del proprietario del locale. Ora, lo vogliamo abolire questo finanziamento pubblico ai giornali?”. È una “riunione informale” per il deputato Ivan Pastore che parla di “giornalisti impazziti e presi da morbosità cronica”. E infine arriva Beppe Grillo, camicia a quadrettoni azzurri, che rimanendo in piedi precisa ai suoi: “Non mi aspettavo totale condivisione nel Movimento. È legittimo che qualcuno la pensi in modo diverso ma non siamo noi che ci stiamo dividendo, sono gli altri”. Ma andiamo ai punti salienti, quelli che tengono in ansia i 40 milioni di italiani che hanno votato il 25 febbraio per non vedere ancora neanche una lontana via d’uscita a questa impasse. “ Se si verificherà ‘l’inciucio’delle larghe intese ‘‘la gente, che è stufa, prenderà i bastoni”, dice riferendosi ad eventuali accordi Pd-Pdl. Ed ecco la sua ricetta, sempre la stessa da settimane: “Ho detto a Napolitano di darci l’incarico e poi faremo un nome. Ora il nome è il Movimento”. E sull’elezione del nuovo Capo dello Stato: “Dobbiamo arrivare calmi e sereni all’elezione del presidente della Repubblica che sarà molto diverso da questo”. Poi mette in guardia i suoi: “non fidatevi dei partiti, ormai sono roba vecchia, morta, non sono neanche stati capaci di cambiare la legge elettorale”, ammonendoli anche: “non pubblicate sui social network cose della vostra vita privata, ma solo dell’attività parlamentare”. Ai posteri la sentenza su Grillo e il suo MoVimento. Sarà davvero ardua. A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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